Dicembre è tempo di tredicesima per i lavoratori dipendenti, la mensilità aggiuntiva che si matura durante il corso dell’anno.
Quest’anno però una situazione particolare innescata dall’inflazione ha creato problemi nel calcolo della tredicesima mensilità da parte dei datori di lavoro.
Si tratta della decontribuzione al 2%, un modo del governo Draghi di aumentare gli stipendi nella seconda parte dell’anno per combattere gli effetti dell’inflazione e della crisi energetica, che hanno portato i prezzi di beni e servizi a livelli che non si vedevano da decenni.Come si calcola questa decontribuzione riguardo alla tredicesima mensilità? La confusione era legittima ma l’INPS in un messaggio ha chiarito la situazione. Ecco dove trovare l’eventuale errore del proprio datore di lavoro.
La crisi energetica e l’inflazione hanno colpito duramente le famiglie italiane durante la seconda parte del 2022. Nonostante la situazione stia migliorando, sia per le scorte di gas piene che per l’autunno mite che ha fatto risparmiare il 24% del consumo di metano all’Europa, molti italiani sono ancora in difficoltà economica. L’inflazione sta rallentando, e a Novembre è rimasta stabile nel nostro paese, ma le misure per contrastarla pensate dal governo Draghi sono ancora in atto.
La principale riguarda gli stipendi dei lavoratori dipendenti. In linea con quanto fatto per le pensioni tramite l’anticipo della maggiorazione, il governo dell’ormai ex presidente del consiglio pensò di aumentare la decontribuzione, quindi scontare il pagamento dei contributi in modo da aumentare le mensilità dei dipendenti. L’aumento sarebbe passato dallo 0,2% della prima parte dell’anno al 2%, ma soltanto per gli stipendi a partire da luglio 2022.
Ora siamo arrivati a dicembre, la misura ha sortito i suoi effetti e gli stipendi sono aumentati. Sta quindi per arrivare nelle tasche degli italiani la tredicesima mensilità, e molti datori di lavoro si chiedono come vada calcolata la decontribuzione in questo stipendio straordinario. La domanda è fondata perché la tredicesima si matura durante le altre 12 mensilità e quindi potrebbe essere considerata decontribuita con i nuovi standard solo a partire da luglio 2022.
Nel caso fosse questa la realtà la tredicesima sarebbe aumentata soltanto del 1,2% e non del 2% come gli altri stipendi da luglio a dicembre. Ma L’INPS ha tenuto a specificare che non sarà così. Secondo il messaggio 4009 del 7 novembre 2022 infatti, la decontribuzione garantita dal governo Draghi va applicata per intero anche sulla tredicesima, nonostante sia stata maturata anche nel corso di mensilità non decontribuitie, cioè quelle che vanno da gennaio a giugno 2022.
Lo sgravio dei contributi si applica per le tredicesime con meno di 2000 euro lordi di imponibile. In questo caso la decontribuzione deve essere completa, del 2%. Ma come fare a verificare che il proprio datore di lavoro abbia applicato la decontribuzione nel modo corretto? Semplice, basta verificare nei contributi versati dall’azienda nella propria busta paga. I contributi dovranno essere del 7,19% e non del 9,19% come normalmente contabilizzato, sgravati quindi del 2%.
Ad esempio, su una tredicesima di esattamente 2000 euro lordi, i contributi versati dall’azienda saranno 143,80 euro, e non come in precedenza 183,80 euro. Su quello che rimane della mensilità straordinaria, cioè 1856,20 euro, vanno poi applicate l’IRPEF e le altre trattenute per arrivare alla cifra netta che arriva effettivamente nelle tasche del dipendente. Controllando la propria busta paga, con le dovute proporzioni, si dovrebbero riscontrare cifre simili.
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