Tra tetto ai contanti e ai pagamenti elettronici, la Manovra fa discutere anche sul tema dei voucher e dei contributi di solidarietà.
Se si pensa al pressing operato affinché il tetto al contante fosse rimosso sui pagamenti con sistemi di transazione digitale, la misura dei 60 euro appare quantomeno in controtendenza rispetto a quanto auspicato fin qui.
La stessa Commissione europea ha avanzato qualche dubbio, imponendo al Governo una leggera frenata sull’adozione immediata della nuova misura. Il problema risulterebbe lo stesso che aveva animato l’abbassamento del tetto ai pagamenti con sistemi cashless, ovvero la possibilità di favorire l’evasione fiscale. L’articolo 69 della Legge di Bilancio, tuttavia, non dovrebbe essere modificato più di tanto. Da Palazzo Chigi, nella giornata di ieri, era arrivata una precisazione circa il tema delle soglie all’accettazione dei pagamenti senza contanti, nel quale si rendeva nota un’interlocuzione con l’Unione europea per la definizione finale dell’articolo posto in Manovra.
Dalle opposizioni, nel frattempo, è arrivata la levata di scudi. Il Movimento 5 stelle, già scottato sul tema RdC, ha incalzato sul rischio di ritrovarsi a scoprire il fianco a evasione fiscale e transazioni in ero, come ricordato in Commissione Finanze di Montecitorio da Emiliano Fenu, capogruppo pentastellato: “Il Governo non prenda in giro gli italiani, cosa che fa quando nella relazione tecnica alla norma in questione, inserita nelle ultime bozze della Legge di bilancio, giustifica l’intervento con l’esigenza di garantire liquidità”. Più o meno le stesse obiezioni mosse da Enrico Letta e dal Pd.
A ogni modo, al netto di dubbi, obiezioni e incertezze, il vincolo dei 60 euro dovrebbe entrare in vigore. Al di sotto di quella cifra, i commercianti non saranno più tenuti ad accettare pagamenti con sistemi quali carte e bancomat. E, di rimando, anche le eventuali multe e sanzioni non saranno più in vigore. Dovrebbe restare così com’è anche l’innalzamento a 5 mila euro per i pagamenti i contanti. Dalla Manovra, inoltre, spunta il ritorno dei voucher per le prestazioni occasionali. Una misura che, nelle intenzioni del Governo dovrà regolamentare il lavoro stagionale e occasionale, anche se la premier Giorgia Meloni ha precisato che saranno comunque svolti dei controlli. Uno dei grandi ritorni arrivati con la Legge di Bilancio. Istituiti nel 2003 e rimossi dal Governo Gentiloni nel 2017, il ripristino dei voucher cartacei era stato uno dei punti chiave dei programmi pre-Manovra. Con l’obiettivo di facilitare i pagamenti per le prestazioni occasionali e limitare così il lavoro in nero.
Altro tema chiave, gli extraprofitti delle imprese energetiche. Per i quali la Manovra andrà a porre una tassa sotto forma di contributo di solidarietà per il 2023. Una linea d’azione speculare a quanto previsto dalla normativa europea in merito. In sostanza, a tali soggetti sarà applicato un prelievo temporaneo, con particolare riferimento a coloro che, in Italia, producono, vendono o importano energia elettrica o gas. E che, al contempo, producono, distribuiscono o nuovamente importano prodotti petroliferi. Il piano della Manovra prevede un contributo del 50%, applicato sul reddito 2022. Il quale eccederà per il 10% almeno rispetto alla media dei redditi del triennio precedente (2018-2021). Al primo gennaio sarà posto il limite del 25% sul patrimonio netto.
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