Sapevate che in Italia sono presenti stazioni di polizia cinesi? Si muovono all’interno della legalità o nascondono attività dubbie?
Cerchiamo di capire qual è il motivo per il quale debbano essere nella nostra penisola delle stazioni di polizia cinesi.
Pochi italiani sanno che all’interno dei confini nazionali ci sono stazioni di polizia cinesi che sulla carta si occupano di questioni burocratiche relative, ad esempio, a passaporti e patenti. Nello specifico, in Italia si contano 11 uffici di 102 totali nel mondo. L’occupazione indicata sarà sicuramente corrispondente al vero ma presumibilmente c’è molto di più. Varie fonti testimoniano come l’obiettivo degli agenti sia di convincere i cittadini cinesi residenti all’estero a rientrare in patria. Non tutti, naturalmente, ma solo quelli sotto indagine e monitoraggio per sospette attività o dichiarazioni che avrebbero leso la credibilità della Cina. La questione è spinosa, poco chiara e va approfondita per riuscire ad inquadrare in maniera più dettagliata i compiti degli agenti cinesi non solo in Italia ma nel mondo.
Stazioni cinesi di polizia in Italia, che ruolo hanno?
A richiamare l’attenzione sulla presenza di stazioni di polizia cinesi in Italia e in altre nazioni del mondo il rapporto della Safeguard Defenders, una ONG spagnola attenta ai diritti umani. Il report si intitola “110 Overseas – China’s Transnational Policing Gone Wild” e riferisce i metodi di convincimento utilizzati dagli agenti contro i cittadini cinesi residenti all’estero. Si parla di tecniche di persuasione ai limiti della legalità, di minacce e ritorsioni verso chi non ascolta prontamente l’invito a tornare in patria.
Le Autorità italiane prendono alla leggere la questione affermando che l’operato nelle stazioni è del tutto lecito. L’FBI, invece, ha parere contrario. Il diretto del Federal Bureau of Investigation afferma che gli uffici sono nient’altro che sede di attività illegali intraprese delle autorità cinesi per stendere i tentacoli delle procure all’estero. In più aggiunge che servono per reprimere il dissenso su scala mondiale. A confermare questa ipotesi l’ufficialità delle stazioni riservata solamente ad alcuni degli uffici presenti in Italia.
Cosa accade nella nostra penisola
In Italia ci sono stazioni cinesi ufficiali nate in collaborazione con la Polizia italiana e uffici non ufficialmente riconosciuti. Le prime si occupano di passaporti, patenti e faccende burocratiche, l’apertura risale tra il 2015 e il 2016 e sembrerebbero essere solo due. Le altre nove, invece, con apertura nel periodo della pandemia non risultano autorizzate. Se l’Italia sorvola sull’operato di queste stazioni, altre nazioni hanno aperto delle indagini al fine di verificare le azioni intraprese dagli agenti.
Minacce ai cittadini residenti all’estero e ai familiari in patria, rientro forzato, intimidazioni e molestie, questo è quanto riportato da report internazionali. Il Post afferma che almeno un caso di intimidazione è stato accertato ma sembrerebbero esserci stati anche episodi di rapimenti e adescamenti.
Concludiamo indicando le città note in cui risultano esserci le stazioni di polizia cinesi. Sono Prato, Roma, Firenze, Milano, Bolzano, Venezia e in Sicilia più uffici.