I Comuni stoppano il Governo sullo stralcio delle multe non pagate. L’Anci propone uno stanziamento governativo ma riceve un’alternativa.
La nuova tregua fiscale pensata con la prima Manovra del Governo Meloni non sembra incontrare riscontri unanimi. Almeno non a livello territoriale.
Dal momento che la prossima rottamazione porterà a una cancellazione dei debiti di minore entità, a cadere dalla torre saranno in primis le cartelle esattoriali legate a pendenze di importo contenuto (non superiore ai 1.000 euro), fra le quali spiccano vecchi Bolli Auto non saldati e multe non pagate. Tuttavia, proprio su quest’ultimo tema non tutti sembrano essere d’accordo. In primis le amministrazioni comunali, tutt’altro che convinte al colpo di spugna sulle contravvenzioni mai rientrate in cassa. A levare gli scudi è proprio l’Anci, che ha alzato il pressing affinché il Governo consideri la posizione dei Comuni italiani, convinti che la misura di cancellazione asseterebbe un duro colpo ai fondi comunali. Proponendo quindi la presa in considerazione di soluzioni alternative come, ad esempio, modificare le cifre di accesso alla rottamazione.
Fra le ipotesi formulate dall’Anci, addirittura, la richiesta di fondi al Governo. Possibilità tutt’altro che percorribile in modo semplice in fase di Manovra. Specie in questo momento, in cui il margine di azione sui fondi a disposizione è estremamente ridotto. L’obiettivo del Governo, infatti, è quello di sgravare contribuenti e Fisco da debiti minori, ritenuti perlopiù inesigibili o comunque più un costo che un possibilità di rientro per la Riscossione. Tuttavia, la cancellazione delle multe non potrà essere effettuata in automatico e il via libera delle amministrazioni sarà necessario.
La misura dello stralcio potrebbe quindi impantanarsi sul più bello. L’Anci ha infatti già consegnato un documento relativo alla propria posizione, spiegando che la cancellazione delle multe andrebbe ad alterare i conti pubblici e, per questo, la possibilità di far quadrare spese ed entrate. Anche perché il valore complessivo del taglio sarebbe ingente: circa 300 milioni di euro, potenzialmente a disposizione dei Comuni italiani. L’associazione che riunisce le amministrazioni comunali, infatti, si è detta convinta che buona parte delle multe potrebbe ancora essere riscossa, mentre una cancellazione definitiva andrebbe ad alterare gli equilibri economici. Da qui la proposta, qualora il Governo, volesse proseguire su questa strada, di ricevere un finanziamento direttamente dalle casse pubbliche. Quelle statali.
L’ipotesi è stata formulata dal sindaco di Novara, nonché delegato Anci alla Finanza, Alessandro Canelli. Sul tavolo, la possibile richiesta di uno stanziamento da parte del Governo pari a 80 milioni di euro. Una cifra che andrebbe a tamponare le perdite relative alle multe ritenute ancora esigibili o comunque potenzialmente riscuotibili a stretto giro, e procedere così allo stralcio. La somma richiesta coprirebbe circa il 25% del totale che i Comuni dovrebbero ancora incassare. In sostanza, la richiesta è quella di sgravare le amministrazioni dall’impegno della rottamazione, affidando l’incombenza interamente al Governo che dovrebbe, al contempo, coprire parte delle perdite.
Possibilità già praticamente respinta al mittente dal Governo, che potrebbe ovviare alla richiesta semplicemente disponendo l’adesione volontaria al piano in Manovra. Decisione che, chiaramente, potrebbe scontentare quanti (e non sono pochi) fanno affidamento sul nuovo obiettivo di pace fiscale. Oltre che parte della maggioranza che ha puntato su questo aspetto in fase di campagna elettorale.
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