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Bollette, come scoprire se i tuoi aumenti sono illeciti: pronti i rimborsi

Published by
Matteo Runchi

L’Antitrust ha comunicato che sta indagando su supposti aumenti illeciti delle bollette da parte di grandi gestori.

Durante l’anno le bollette del gas sono aumentate anche del 400% per alcuni consumatori, ma non tutti questi aumenti erano legali.

Eco di Milano

Comunicazioni poco chiare, ingannevoli o a volte anche false, specialmente nelle risposte ai reclami, avrebbero permesso ai gestori di ottenere consensi agli aumenti delle tariffe anche quando questi non erano dovuti. Le accuse dell’Antitrust potrebbero portare a rimborsi e cause, a seconda se sarà dimostrato il comportamento illecito di questi gestori. Ecco come capire se la propria bolletta si può contestare e quale sono le tempistiche della conciliazione.

Gli aumenti illeciti, 7 società nel mirino dell’Antitrust

Con gli aumenti dei prezzi del gas le bollette del riscaldamento di molti italiani hanno subito degli aumenti. Una procedura normale, ma non se si è sottoscritto un contratto a prezzo fisso. Molti dei clienti con questo tipo di accordo hanno però comunque visto aumentare fino al 400% il costo del riscaldamento di casa, a causa di alcune comunicazioni poco chiari. Secondo l’Antitrust sette tra le più grandi aziende fornitrici di energia in Italia avrebbero agito in maniera illecita, aumentando i prezzi a clienti che avrebbero dovuto mantenerli fissi.

Si tratta di Enel, Eni, Hera, A2A, Edison, Acea ed Engie che insieme rappresentano oltre l’80% del mercato dell’energia in Italia. Queste aziende secondo Antitrust avrebbero violato le regole stabilite dal governo Draghi tramite il Decreto Aiuti Bis. Nel decreto emanato ad agosto e trasformato in legge a settembre, si specificava che tutte le clausole di modifica unilaterale dei contratti per la fornitura di energia elettrica e gas sarebbero state sospese fino ad aprile 2023. Che significa che fino a quella data le compagnie elettriche e del gas non potevano aumentare le bollette a prezzo fisso senza il consenso del cliente.

Cosa è successo e come è possibile rivalersi sulle bollette illecite

Cosa sarebbe quindi successo in questi mesi? Secondo Antitrust le aziende avrebbero emanato diverse comunicazioni che avvisavano i clienti in scadenza di contratto che, al rinnovo dello stesso, i prezzi sarebbero aumentati, chiedendo loro di accettare la nuova tariffa. Fin qui tutto lecito, questo infatti è l’unico modo al momento per aumentare una tariffa a prezzo fisso: attendere la scadenza del contratto e proporne uno nuovo.

Il problema starebbe nel fatto che questi avvisi sarebbero arrivati anche a chi non aveva il contratto in scadenza. Questa mossa, che sarebbe stata fatta per ottenere il consenso agli aumenti, è illecita perché viola le regole del decreto aiuti bis. Al cliente che ha subito questi aumenti illeciti non rimane che inviare una contestazione sulle bollette. Difficilmente le compagnie saranno d’aiuto, quindi tra le motivazioni della contestazione è giusto riportare quanto scritto dall’Antitrust. Qualsiasi modifica avvenuta dal 9 agosto 2022 è in contrasto con le norma del Decreto Aiuti bis cosiddetto, e quindi è illecita.

Bisogna ricordare poi che questa legge non include quei contratti che prevedevano uno sblocco del prezzo dopo un periodo di tempo predefinito. Se ad esempio la bolletta doveva rimanere bloccata fino al 31 dicembre 2022 per poi sbloccarsi nel 2023, quegli aumenti sono leciti. Per evitare di andare in tribunale per quelli illeciti però, è sempre possibile inoltrare una contestazione ad Arera per tentare la conciliazione. Va però fatto entro 40 giorni da quando è stata ricevuta la bolletta.

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Matteo Runchi

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