I contribuenti devono conoscere le novità sull’esonero IMU per non rischiare di pagare inutilmente il 16 dicembre.
Le direttive sul pagamento dell’IMU per due coniugi residenti in due Comuni differenti sono state finalmente esplicitate.
La Corte Costituzionale si è espressa e ha superato il paletto del nucleo familiare in relazione al pagamento dell’IMU. Il prossimo 16 dicembre scadrà il termine ultimo per saldare o corrispondere la seconda rata della tassa sull’immobile. Non dovranno pagarlo i coniugi che hanno due abitazioni in due Comuni diversi. La questione è stata a lungo dibattuta. È stato necessario attendere la sentenza numero 209 della Corte di Cassazione del 13 ottobre 2022 per riuscire a comprendere la direzione della normativa. Quando e a chi spetta l’esonero? Ricordiamo che in linea generale sono esenti dal versamento dell’imposta i proprietari di una prima casa se abitazione principale e se non è considerata di lusso.
I coniugi con residenze separate si trovavano, così, penalizzati da un pagamento dovuto unicamente all’appartenenza ad un unico nucleo familiare. Ora il raggio di azione dell’esenzione, però, si è ampliato e il nucleo non sarà più una discriminante.
Esonero IMU, quando e a chi spetta
La sentenza 209 stabilisce che l’esonero spetta sempre al possessore dell’immobile che vi risiede abitualmente indipendentemente dal nucleo familiare. In caso contrario verrebbero discriminate le coppie sposate o parte di unione civile rispetto ai conviventi di fatto. La novità, dunque, riguarda la definizione di abitazione principale con riferimento all’IMU.
Se prima la Legge prevedeva la scelta per i coniugi su quale delle case applicare l’esonero IMU, ora entrambe le abitazioni di Comuni differenti sono oggetto di esonero. Per abitazione principale, infatti, si deve adesso intendere l’immobile, iscritto o iscrivibile nel catasto edilizio urbano come unica unità immobiliare, nel quale il possessore dimora abitualmente e risiede anagraficamente. Tutti i pagamenti non dovuti, dunque, dovranno essere rimborsati dal Comune.
Il dettaglio da non sottovalutare
Condizione necessaria per la doppia esenzione IMU è avere sia la residenza anagrafica sia il requisito di dimora abituale. Questa si può dimostrare presentando i consumi delle utenze domestiche e quindi con le bollette del gas, della luce, dell’acqua. Inoltre, il Comune potrà verificare la dimora abituale controllando la presenza di un medico di famiglia locale, il luogo di lavoro, le scuole frequentate dai figli minorenni.
Riassumendo, solo se residenza e dimora sono dimostrabili e dunque il proprietario vive abitualmente nella casa e non solo alcuni periodi all’anno si potrà ottenere l’esonero IMU. Contrariamente verrebbe considerata seconda casa e, dunque, richiederebbe il saldo il giorno 16 dicembre.