Chirurgia estetica detraibile: ci sono diversi interventi di bellezza che possono essere portati in detrazione fiscale.
Tra le spese sanitarie che è possibile portare in detrazione fiscale, in fase di dichiarazione dei redditi, ci sono anche quelle relative alla chirurgia estetica.
Al momento della dichiarazione dei redditi il lavoratore ha la possibilità di portare una serie di spese sanitarie in detrazione. Così facendo è possibile recuperare il 19% dei costi sanitari sostenuti nell’anno precedente.
Tra le spese mediche detraibili sono incluse l’acquisto di medicinali o di dispositivi sanitari, il sostenimento di spese per visite mediche o esami diagnostici, ma anche gli interventi chirurgici.
In base a quanto riportato dall’INPS, il contribuente ha la possibilità di portare in detrazione anche le spese relative a interventi di chirurgia estetica.
Tuttavia, in questo caso, a fare la differenza è la finalità dell’intervento.
Chirurgia estetica detraibile? Facciamo chiarezza
Con il termine chirurgia estetica si fa riferimento a quella branca della medicina che si occupa di correggere e migliorare gli inestetismi. A differenza della chirurgia plastica, quella estetica ha uno scopo funzionale perché serve a correggere inestetismi di natura congenita o acquisiti in seguito a patologie o eventi traumatici.
Le spese relative agli interventi di chirurgia estetica possono essere inserite nel modello 730 o nel modello redditi persone fisiche, per poter beneficiare della detrazione IRPEF prevista. Ci stiamo riferendo alla possibilità di usufruire di una detrazione fiscale pari al 19% delle spese sostenute, con una franchigia fino a 129,11 euro.
Si tratta, dunque, delle stesse detrazioni che possono essere ottenute per le spese mediche, comprese gli scontrini fiscali delle farmacie.
Cosa dice la normativa
La normativa che permette di portare in detrazione le spese di chirurgia estetica ha anche stabilito quali sono i casi in cui gli interventi in questione danno accesso a quest’opportunità:
- Quando consentono il recupero della normalità sanitaria e funzionale della persona;
- Nei casi in cui l’intervento serve a riparare inestetismi congeniti o dovuti ad eventi traumatici,
- Tutti i casi in cui l’inestetismo è suscettibile di creare disagi psicofisici alle persone.
In base a quanto specificato dall’Agenzia delle Entrate, nella circolare numero 7 del 27 aprile 2018:
“non tutte le prestazioni rese da un medico o sotto la sua supervisione sono ammesse alla detrazione, ma solo quelle di natura sanitaria, rispondenti a trattamenti sanitari qualificati che, in quanto finalizzati alla cura di una patologia, devono essere effettuati da medici o da personale abilitato dalle autorità competenti in materia sanitaria”.
Nel medesimo documento è stato specificato che non possono essere portate in detrazione le spese chirurgiche “tese semplicemente a rendere più gradevole l’aspetto personale”.
È chiaro che non possono essere detratte le spese sostenute per le prestazioni di chirurgia estetica finalizzate a migliorare un inestetismo che non derivi da incidente, malattia o malformazione. Anche se effettuate da un medico o sotto la sua supervisione.