Cartelle esattoriali in arrivo per “bastonare” i contribuenti. Il Fisco veste i panni dell’uomo nero e non perdona.
La Pace Fiscale sembra un traguardo sempre più lontano soprattutto in alcune realtà della nostra penisola.
Sembrava strano che una bella notizia potesse regalare uno spiraglio di luce in mezzo a tante tenebre. Tutti i contribuenti debitori che hanno sperato di poter evitare il pagamento delle cartelle esattoriali sotto i mille euro e di godere della rateizzazione di importi superiori con cancellazione di sanzioni e interessi al 2% vedono cadere l’illusione di salvezza in un attimo. Il Governo ha rimandato la rottamazione quater di tre mesi. Non più dal 31 gennaio 2023 ma dal 31 marzo 2023. Non solo, l’esecutivo lascia carta bianca ai Comuni. Possono in modo autonomo decidere di non applicare la normativa – quando scatterà – lasciando che i debitori paghino senza aiuti quanto dovuto. Potranno escludere alcune sanzioni amministrative dallo stralcio e lasciare che altri debiti vengano cancellati o non avere nessuna clemenza e pretendere tutti i soldi indietro. I contribuenti tremano.
Cartelle esattoriali, è emergenza
Un esempio per capire lo stato di emergenza in cui si trovano tanti contribuenti. Il Sindaco di Amatrice ha comunicato che INPS e Agenzia delle Entrate pretendono 90 mila euro per alcuni mesi di ritardo nel pagamento di spettanze previdenziali e fiscali. Le richieste sono state avanzate e riguardano numeri da capogiro.
Basta contare che nel 2020 si sono accumulate 11,5 milioni di cartelle esattoriali ossia una ogni cinque abitanti. L’Erario raccoglie debiti per 1,1 miliardi di euro inesigibili al 90% e che sono, però, affiancati da multe stradali, bolli auto non corrisposti, imposte comunali, Tasi e IMU non versate. Cos’altro si può aggiungere? La lista dei debiti incancellabili come le sanzioni di sentenze penali, le violazioni tributarie, l’IVA, le ammende. Due miliardi e 17 mila euro da riscuotere tra il 2019 e il 2020 ma al momento la percentuale di riscossione si attesta allo 0,046%. Il sistema, dunque, non funziona. Il Fisco temporeggia, i contribuenti sono in confusione e la situazione diventa sempre più complicata.
Il Fisco agisce noncurante dei contribuenti, cosa sta succedendo
Succede che un imprenditore assolto da un’accusa di evasione fiscale riceve cartelle esattoriali a sei zeri condite da minacce di azioni esecutive. Accade che un funzionario di Milano ha sollevato in malafede il dubbio che dei bonifici corrisposti fossero in realtà revocabili senza alcun rispetto per lo Statuto del contribuente. Naturalmente non è possibile dire che gli italiani siano tutti onesti e leali ma il Fisco si maschera da uomo nero anche quando dovrebbe rallentare un attimo e avere una visione diversa del quadro generale. E poi ci sono i Comuni tacciati di mettere autovelox in posti improbabili solo per far cassa o di fare multe per divieti di sosta quando di parcheggi non c’è n’è neanche l’ombra. Tutti bilanci falsati e, dunque, che prevedrebbero uno scioglimento repentino dei Comuni? Un atto del genere è impossibile.
Ancora una volta, però, si sottolinea come il sistema fiscale italiano non sia all’altezza. Si riuscirà a mettere ordine nel caos generale?