Nel 2023 cambieranno le modalità di pagamento del TFR. Scopriamo quali novità introdurrà l’Istituto Nazionale della Previdenza Sociale.
Il Trattamento di Fine Rapporto come lo conosciamo oggi non esisterà più nel 2023. Verranno apportate, infatti, importanti modifiche.
Il messaggio numero 4469 dell’INPS dello scorso 12 dicembre 2022 comunica ai lavoratori le novità riguardanti il pagamento del Trattamento di Fine Rapporto. Parliamo della somma accumulata negli anni dai dipendenti del settore privato che dovrà essere erogata dall’INPS al momento della cessione del rapporto lavorativo. Per i dipendenti pubblici in base al motivo della fine del contratto (pensionamento, licenziamento, dimissioni…) le tempistiche di erogazione dei soldi variano. Per i privati, invece, la normativa non definisce tempi precisi ma si appella al buon senso concedendo, generalmente, l’erogazione nell’ultima busta paga oppure entro 30/45 giorni. Ogni contratto di lavoro potrebbe prevedere, però, tempistiche differenti.
Ma cosa accade quando i datori di lavoro risultano incapienti? Qui entra in gioco il messaggio 4469 dell’INPS con i dovuti chiarimenti da parte dell’ente di previdenza.
Pagamento TFR con datori incapienti
Le istruzioni con riferimento ai datori di lavoro incapienti e al pagamento del TFR sono state aggiornate. Da qui la necessità per l’INPS di comunicare tramite messaggio le novità. Nello specifico, si tratta di un nuovo iter telematico che diventerà obbligatorio dal 10 febbraio 2023. I lavoratori che desiderano leggere autonomamente il messaggio possono accedere al portale dell’ente e cercare “Domanda di intervento al Fondo di Tesoreria per il pagamento diretto del TFR ai lavoratori. Modifica della modalità di invio del file XML“.
Il TFR è un compenso che nella generalità dei rapporti di lavoro viene corrisposto dal datore di lavoro in seguito alla cessazione di un contratto lavorativo secondo le tempistiche stabilite nel contratto stesso. Se l’azienda dovesse dichiarare l’incapienza, però, spetterebbe all’INPS raccogliere l’eredità del Trattamento di Fine Rapporto. Scatterebbe, infatti, la tutela per il lavoratore e l’ente dovrebbe corrispondere quanto dovuto. Compito del datore di lavoro sarà di inoltrare all’INPS richiesta di intervento e qui risiede proprio la novità. Niente più lunghi iter burocratici ma una procedura telematica che sostituisce l’invio della domanda tramite PEC.
L’iter telematico per l’azienda
I lavoratori devono sentirsi al sicuro. In caso di azienda incapiente sarà l’INPS a versare il TFR previa domanda da parte del datore di lavoro. Quest’ultimo dovrà chiedere all’Istituto di intervenire avvalendosi del Fondo di Tesoreria per il pagamento diretto del Trattamento di Fine Rapporto ai dipendenti.
La domanda dovrà essere inviata telematicamente anche con file xml qualora i beneficiari siano numerosi. L’interessato potrà entrare con le credenziali digitali – prossime al cambiamento anch’esse – al portale dell’INPS, accedere alla sezione “Prestazioni e servizi” per poi cliccare su “servizi”. A questo punto dovrà selezionare “TFR – Pagamento diretto Fondo di Tesoreria” e poi “Domande xml”.
In attesa del 10 febbraio si potranno ancora utilizzare i vecchi canali di inoltro delle richieste di pagamento del TFR per incapienza del datore di lavoro.