Covid, scopriamo cosa sta accadendo in Cina per capire se è il caso di preoccuparci e aspettare l’arrivo di nuove varianti pericolose.
Sembrerebbe che in Cina ci sia un’ondata di Covid dilagante. Le paure di possibili conseguenze anche in Italia crescono.
Tutto è partito dalla Cina nel 2019/2020. Sono passati tre anni e ancora la causa dello scoppio della pandemia da Coronavirus è avvolta nel mistero. Diverse ipotesi, nessuna certezza. Quando si ha a che fare con la Cina, infatti, la segretezza non è una novità. Le incognite sono dietro l’angolo e le notizie giungono spezzettate, sempre velate da una sorta di dubbio che quanto appreso sia la verità. Perciò, se oggi giunge voce che in Cina c’è una nuova ondata di Covid è lecito per tutti noi porsi delle domande su quanto sia attendibile la fonte. I numeri riguardanti i contagi, poi, sembrerebbero essere stati falsati fin dall’inizio. Come può un Paese che conta 1,4 miliardi di abitanti aver contato da inizio pandemia 1,9 milioni di casi totali con 5.242 morti quando l’Australia – ad esempio – con una popolazione di 9 milioni di abitanti ha riportato 5 milioni di casi e 20 mila morti circa. I conti non quadrano, dunque, a sottolineare come la fiducia nelle informazioni che arrivano non deve essere totale.
Covid in Cina, cosa sta accadendo (forse?)
L’Organizzazione Mondiale della Sanità mostra le sue rimostranze per la possibilità che i contagi possano essere stati sottostimanti. La paura dell’Oms riguarda principalmente il non poter appurare con certezza cosa stia accadendo in Cina in queste settimane. Il Paese, secondo l’Organizzazione, dichiara numeri bassi di ricoveri nelle terapie intensive ma da voci di corridoio queste stesse terapie sono al collasso.
Testimonianze opposte, dunque, che pongono un dubbio nella popolazione. Credere alla favola del “va tutto bene” proposta dalla Cina oppure agli allarmismi occidentali? Optando per questa seconda ipotesi si dovrebbe pensare che al momento la nazione cinese stia vivendo una nuova ondata di contagi con ospedali in crisi, medicinali finiti e assenza di strumenti di emergenza fondamentali come i ventilatori. Queste le testimonianze riportate da giornali americani e britannici.
I dubbi si fondano sui numeri
I dubbi dell’Oms nascono dall’eccessiva differenza di dati riportati dalla Cina e dall’Europa. Pechino parla di 2 mila casi Covid al giorno, dodici volte in meno rispetto all’Italia nello stesso periodo di riferimento. Due morti il 21 dicembre a Pechino, cinque morti il 20 dicembre quando la stima occidentale è di milioni di decessi dalla fine delle restrizioni.
L’Organizzazione Mondiale della Sanità chiede chiarezza e verità. Vuole avere certezze per poter stabilire quali sono i rischi dell’arrivo di una nuova variante. La campagna vaccinale cinese ha raggiunto il 90% della popolazione ma i vaccini utilizzati non sembrerebbero efficaci quanto necessario. Si ipotizza una mutazione con varianti più pericolose rispetto a Omicron ma questa è solo una possibilità, una ipotesi che non si può appurare in mancanza di dati reali.
In attesa di riscontri, soffermiamoci su ciò che si conosce e sul farmaco che sembra prevenire il contagio da Covid 19.