Anno nuovo importi vecchi? Come cambieranno le pensioni con l’arrivo del 2023? Ecco cosa c’è da aspettarsi.
Il 2023 è alle porte e porterà con sé delle importanti novità anche sul fronte pensioni. Ma cosa c’è da aspettarsi? Entriamo quindi nei dettagli e vediamo tutto quello che c’è da sapere in merito.
I soldi non garantiscono la felicità, ma senz’ombra di dubbio consentono di trovare una rapida soluzione a diverse questioni. Basti pensare a tutte le volte in cui mettiamo mano al portafoglio per acquistare i vari beni e servizi di nostro interesse, come ad esempio la spesa settimanale oppure i regali di Natale. A ricoprire un ruolo importante in tale ambito, pertanto, sono il lavoro prima e le pensioni poi.
Quest’ultime, infatti, ci offrono la possibilità di ottenere il denaro di cui abbiamo bisogno. Non sempre però gli importi di tali trattamenti sono adeguati alle nostre esigenze. Proprio per questo motivo non stupisce che siano in molti a chiedersi se con l’arrivo del nuovo 2023 si dovrà fare i conti o meno con dei cambiamenti in merito. Entriamo quindi nei dettagli e vediamo cosa c’è da aspettarsi.
Pensioni 2023, anno nuovo importi vecchi? Ecco tutto quello che c’è da sapere
Abbiamo già avuto modo di vedere assieme come gli ultimi dati parlano chiaro: le pensioni del Nord e quelle del Sud Italia non sono la stessa cosa. Sempre soffermandosi sui trattamenti pensionistici, inoltre, interesserà sapere che il nuovo anno porterà con sé delle importanti novità. Ma cosa c’è da aspettarsi?
Ebbene, come si legge sul comunicato stampa numero 184 del 09 novembre 2022, il ministro Giorgetti ha firmato il decreto che “dispone a partire dal 1 gennaio 2023 un adeguamento pari a +7,3% delle pensioni dei cittadini”. Questo vuol dire che a partire dal prossimo anno i pensionati potranno beneficiare di assegni dall’importo più alto rispetto a quelli riconosciuti nel corso dell’anno 2022.
Pensioni 2023, anno nuovo importi vecchi? Cosa cambia
Se tutto questo non bastasse, grazie a degli emendamenti alla Legge di Bilancio 2023 sono state apportate delle modifiche anche alle percentuali di rivalutazione. In particolare nel 2023 le rivalutazioni verranno effettuate prendendo in considerazione le seguenti fasce:
- 100% del tasso di rivalutazione per i trattamenti pensionistici con importo inferiore quattro volte il trattamento minimo;
- 85% del tasso di rivalutazione per le pensioni comprese tra le quattro e le cinque volte il trattamento minimo;
- 53% in presenza di trattamenti compresi tra le cinque e le sei volte il trattamento minimo;
- 47% per assegni compresi tra le sei e le otto volte il trattamento minimo;
- 37% del tasso di rivalutazione per le pensioni comprese tra le otto e le dieci volte il trattamento minimo;
- 32% del tasso di rivalutazione per assegni superiori dieci volte il trattamento minimo
A titolo di esempio, quindi, chi percepisce una pensione da 800 euro registrerà a partire dal 2023 un aumento pari a circa 42 euro in più rispetto allo scorso aprile. Per i trattamenti pensionistici da mille euro si avrà un aumento pari a circa 53 euro, mentre per quelle da tre mila euro si registrerà un incremento pari a circa 116 euro in più.
Gli importi citati, è bene sottolineare, sono lordi. Si tratta comunque di aumenti non indifferenti che permetteranno ai pensionati di avere a propria disposizione qualche euro in più grazie ai quali poter sostenere le varie spese.