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Cina, Covid fuori controllo: raggiungerà i 4,2 milioni di casi al giorno

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Matteo Runchi

La Cina ha abbandonato la sua politica “Covid Zero”, che fin dal 2020 aveva causato lockdown estesi e molto rigidi.

I lockdown cinesi infatti non erano paragonabili a quelli occidentali, per ripercussioni su chi li violava e obblighi previsti.

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Ma le dure proteste delle ultime settimane contro questa politica hanno spinto il Partito Comunista Cinese a togliere progressivamente le restrizioni. Questo però ha permesso al virus di circolare incontrastato in una popolazione che, per varie ragioni, è poco immunizzata. Si prevede che l’inverno cinese farà verificare numeri di contagi mai visti, nonostante il tentativo del partito di ridimensionare l’emergenza con i nuovi criteri per il conteggio di contagi e morti.

Zero Covid, perché la Cina ora rischia moltissimo?

Fin dal 2020, la Cina si è fatta vanto di adottare una strategia completamente diversa da quella occidentale contro il Covid-19. Nato a Wuhan, proprio in Cina, il virus che ha causato la più grande pandemia dal primo dopoguerra non è circolato molto nel paese dell’estremo oriente grazie ad una stretta molto severa sui contagi. Invece di rimuovere le restrizioni, il governo cinese ha continuato ad aggiungerne, seguendo la strategia“Zero Covid. Lockdown durissimi con arresti per chi non li rispettava, politiche di ingresso nel paese strettissime e controlli capillari hanno limitato i danni, ma anche bloccato l’economia del paese.

Nel frattempo le vaccinazioni non sono state portate avanti con i vaccini occidentali, ma con Sinovac, siero di produzione cinese la cui efficacia contro le varianti più contagiose è stata messa in dubbio da alcuni studi. Nei mesi scorsi però questa strategia ha portato a una serie di proteste anche violente, contro le restrizioni che avevano creato situazioni insostenibili per i cittadini.

Così il governo si è arreso. Addio alla strategia zero covid, alle restrizioni e ai lockdown. Ma ora la Cina rischia moltissimo. La popolazione è stata poco esposta al virus e, con un vaccino poco efficace, il livello di immunizzazione è molto basso. I casi potrebbero moltiplicarsi velocemente, e già gli ospedali si preparano ad un’ondata di pazienti per questo inverno.

I numeri della possibile ondata invernale in Cina

Mentre il governo cinese si nasconde dietro alle stime ufficiali, dal paese iniziano ad arrivare notizie inquietanti. Sono gli enormi centri urbani a preoccupare di più. A Shanghai la direzione di un grosso ospedale cittadino avrebbe detto ai medici di prepararsi ad una “Tragica battaglia”. Le autorità locali stimerebbero che entro la fine dell’anno la metà della popolazione, 25 milioni di persone, potrebbe essere infettata. Altri indizi che contraddicono i numeri ufficiali è la quantità di persone scomparse dai social cinesi, e le code davanti ai forni crematori riportate in alcune città.

Secondo Airfinityly, agenzia di analisi di dati con sede a Londra, al momento in Cina ci sarebbero oltre un milione di contagi al giorno e cinquemila morti. Ma non sarebbe che l’inizio di un’ondata invernale che potrebbe raggiungere proporzioni disastrose. Senza restrizioni il contagio diventerebbe rampante a gennaio, toccando i 3,7 milioni di casi nel primo mese dell’anno. Ma il picco sarebbe a marzo, alla fine dell’inverno, quando il centro studi prevede 4,2 milioni di casi al giorno. 

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Matteo Runchi

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