I consumatori sudano freddo pensando a quanto costerà la spesa per preparare la cena della Vigilia di Natale e il pranzo di Capodanno.
Le feste sono attese con gioia ma nel 2022 ci sarà un inconveniente a rendere spiacevole il pensiero dei pranzi e delle cene in famiglia e tra amici. L’inflazione.
Pensare di potersela cavare con le stesse somme degli anni passati è impossibile. Il costo della vita ha raggiunto livelli talmente alti che spariranno molti soldi dai portafogli e dai conti correnti dei consumatori. Occorre valutare attentamente ogni occasione di risparmio perché altrimenti si rischia una batosta. Sia con riferimento ai regali da far trovare sotto l’Albero sia in tema “cenoni”. Gli italiani amano la buona tavola, desiderano onorare la tradizione con banchetti abbondanti durante le festività ma quest’anno sarà più dura del solito. Per riempire il carrello bisognerà lavorare di strategia e cogliere al volo ogni occasione di risparmio. I rincari che si sono abbattuti sui prezzi dei prodotti al dettaglio renderanno ardua l”impresa soprattutto perché proprio gli ingredienti principali usati dagli italiani hanno subito incrementi importanti. Scopriamo le percentuali.
Il Codacons ha stabilito che pranzi e cenoni costeranno in media il 13,6% in più rispetto agli anni passati. L’impatto maggiore sui prodotti alimentari necessari per preparare i piatti della tradizione. Basta riportare il 41% in più del burro, il 51,4% dell’olio di semi, e il 35,4% del riso per avere già un pessimo quadro generale.
Aggiungiamo, poi, il 23,6% della farina, il 21,7% delle uova, il 23,6% della paste e il 16% del pane per completare i rincari del momento. Scegliendo la carne come protagonista del menù il costo aggiuntivo sarà del 10,5% (si arriva al 18% circa con il pollo) mentre optando per il pesce si dovrà tenere in conto un rincaro medio del 10%. Nello specifico si stima un +8,3% per il pesce fresco, un +14,8% del pesce surgelato e un +9,2% per i molluschi.
Aumenti anche per le verdure del 15,25, dei formaggi con un +26,2% e per il latte del 32,5%. E continuiamo con il +13,3% delle arance, il +6% di frutta secca e il 19% di insalata e cavoli.
I consumatori che non hanno approfittato del Black Friday per avvantaggiarsi nell’acquisto dei regali di Natale pagheranno cara l’indecisione. Le percentuali dei rincari si mantengono equilibrate solamente nel settore dell’abbigliamento (+ 3,5%) mentre lievitano nel settore tecnologico.
I rincari sono, infatti, del 23,6% per i dvd, del 20,1% per i computer, del 12,1% per apparecchi culinari e del 19,9% per le macchine fotografiche. Acquistare gioielli, invece, costerà il 9,4% in più mentre i giocattoli hanno subito un aumento minimo, del 3,1%.
Concludiamo, infine, con il capitolo vacanze fuori casa. Purtroppo la decisione di trascorrere le feste o solo il cenone lontani da casa avrà un costo superiore rispetto agli anni passati. Anche la settimana bianca riserverà amare sorprese.
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