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Modalità aereo, pronti all’addio: pro e contro alle chiamate in volo

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Damiano Mattana

La Commissione europea pronta al grande passo. La modalità aereo potrebbe non costituire più un obbligo durante il volo. Ma non tutti sono d’accordo.

 

Il nome ufficiale è “modalità aereo” ma l’uso che facciamo di tale definizione “tecnica” è piuttosto ampio. Letteralmente si intende la funzione che consente di utilizzare il proprio telefono in assenza di connessione di rete.

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Ossia, esattamente come avviene in fase di volo su un aereo. Tuttavia, la modalità può essere impostata in tutti quei frangenti richiedano una disconnessione del proprio dispositivo. In pratica, ciò che il semplice silenzioso o la vibrazione non consentono. Chiaramente, la funzione in sé resta legata a ciò per cui è stata pensata. In fase di volo, infatti, il telefono può essere utilizzato, facendo però attenzione a non disturbare gli altri passeggeri. Il che, in primis, implica l’impossibilità (un vero e proprio divieto in realtà) di utilizzarlo per delle conversazioni. Del resto, volando a una certa altezza, gli aerei non consentirebbero di default il pieno uso dei dispositivi. Un limite che viene di fatto azzerato nella fase di atterraggio e di decollo, durante le quali gli assistenti invitano a non tenere accesi telefoni e pc per evitare interferenze con la strumentazione di bordo.

Per quanto riguarda il prossimo futuro, tuttavia, potrebbe essere registrato qualche ulteriore passo in avanti. La Commissione europea, infatti, sta valutando la possibilità di rimuovere il divieto alle telefonate in volo, restituendo ai passeggeri la piena disponibilità del proprio dispositivo durante le ore di viaggio. Secondo quanto riferito dal Corriere della Sera, infatti, il rischio di arrecare disturbo agli altri passeggeri non sarà più ritenuto un motivo sufficiente per impedire una chiacchierata, per diletto o per lavoro, mentre si è seduti sul proprio sedile. E con l’aereo in movimento.

Modalità aereo, stop al divieto: cosa potrebbe cambiare sui voli

Quindi addio alla modalità aereo… sull’aereo? Meglio andarci piano. Anche perché si tratta di una misura (eventuale) limitata per ora alla sola Europa e per la quale servirà un adeguamento rapido di tutti i Paesi alle frequenze 5G. Le quali dovranno essere messe in dotazione di tutti i voli. Chiaramente, per quel che riguarda le modalità di utilizzo, bisognerà fare alcuni distinguo: è probabile che, alla fine, l’obbligo della modalità aereo venga rimosso ma sarà possibile esclusivamente per i voli che procederanno a bassa quota. Ossia, a un’altitudine tale da consentire ai dispositivi di collegarsi alle antenne presenti a terra. Nel momento in cui l’aereo transitasse ad alta quota, invece, i device funzioneranno a pieno regime solo sui velivoli che hanno in dotazione una pico-cellula. In questo modo, i dispositivi mobili funzioneranno esattamente come sulla terraferma.

Saranno le compagnie aeree a stabilire modalità e momenti per la rimozione della modalità aereo. Occhio però, perché non tutti sorridono all’idea di sguinzagliare smartphone e iPhone vari a pieno regime durante la fase di volo. A novembre scorso, Bruxelles aveva aggiornato i termini di una prima decisione risalente nientemeno che al 2008, rimandando ai Paesi dell’Unione europea l’incombenza di dotare i propri velivoli delle frequenze 5G, fissando il termine ultimo al 30 giugno 2023. Questo perché, sulla base di alcune stime specifiche, almeno il 40% dei passeggeri potrebbe essere indotto a una telefonata nelle fasi successive al decollo.

Il punto è che, già diversi anni fa, una proposta simile era stata rispedita la mittente, se non altro per la difficoltà oggettiva che il sistema di antenne possa effettivamente raggiungere le rotte di volo. Senza contare la possibilità che qualche passeggero possa prendersi, dal proverbiale dito, l’intero braccio. Dimenticandosi di moderare i toni per non interferire col riposo del passeggero vicino. Probabilmente un rischio calcolato. O forse no?

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Damiano Mattana

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