Come comportasi in caso di omessa o tardiva dichiarazione Iva? Ecco tutto quello che c’è da sapere in merito.
Sono in molti a chiedersi come fare a rimediare ad una dichiarazione IVA omessa o tardiva. Ma non solo, è possibile riportare il credito IVA risultante dalla dichiarazione omessa? Entriamo quindi nei dettagli e vediamo come funziona.
A partire dal lavoro, passando per la famiglia, fino ad arrivare ai vari impegni quotidiani, sono davvero tante le cose da fare e che richiedono il nostro massimo impegno, oltre che tempo. Non crea stupore, quindi, che alle prese con le varie cose da fare si possa finire per dimenticarsi di adempiere a qualche dovere.
Una situazione che, purtroppo, si verifica molto più spesso di quello che si possa pensare, tanto da rischiare di incorrere in spiacevoli situazioni. Lo sanno bene molti contribuenti che, non a caso, si chiedono come fare a rimediare a una dichiarazione IVA omessa o tardiva. Ma non solo, è possibile riportare il credito IVA risultante dalla dichiarazione omessa? Entriamo quindi nei dettagli per vedere tutto quello che c’è da sapere in merito.
Omessa o tardiva dichiarazione Iva, come comportarsi: la verità che non ti aspetti
Abbiamo già avuto modo di vedere come giungano pessime notizie per molti contribuenti che si ritrovano a dover fare i conti con delle lettere inviate dall’Agenzia delle Entrate a causa di alcune anomalie nelle dichiarazioni dei redditi. Sempre in tale ambito, inoltre, interesserà sapere come comportarsi in caso di omessa o tardiva dichiarazione Iva.
Ebbene, a tal proposito bisogna sapere che in caso di dichiarazione Iva omessa è possibile porre rimedio semplicemente provvedendo a presentare la dichiarazione Iva. Stando a quanto si evince dal comma 1 dell’articolo 5 del Decreto legislativo 471/1997, infatti, in caso di omessa presentazione della dichiarazione annuale Iva, viene applicata una
“sanzione amministrativa dal centoventi al duecentoquaranta per cento dell’ammontare del tributo dovuto per il periodo d’imposta o per le operazioni che avrebbero dovuto formare oggetto di dichiarazione”. La sanzione, si continua a leggere: “non può essere comunque inferiore a euro 250”
Ma non solo: “Se la dichiarazione omessa è presentata entro il termine di presentazione della dichiarazione relativa al periodo d’imposta successivo e, comunque, prima dell’inizio di qualunque attività amministrativa di accertamento di cui il soggetto passivo abbia avuto formale conoscenza, si applica la sanzione amministrativa dal sessanta al centoventi per cento dell’ammontare del tributo dovuto per il periodo d’imposta o per le operazioni che avrebbero dovuto formare oggetto di dichiarazione, con un minimo di euro 200″.
Soffermandosi sulla possibilità di riportare il credito IVA risultante dalla dichiarazione omessa, invece, la risposta è negativa. In caso di omessa dichiarazione, infatti, non è consentito il riporto del credito.