La ricerca di metodi di riscaldamento alternativi al gas porta anche alla riscoperta di sistemi dimenticati, come la stufa pirolitica.
Si tratta di una stufa ad alta efficienza molto diffusa in luoghi le cui temperature tendono a scendere moltissimo d’inverno, come l’Europa continentale, ma anche le Alpi.
Ciò che distingue questo tipo di stufe da quelle più comuni non è però il tipo di carburante che utilizzano. Una stufa pirolitica può infatti bruciare legna come pellet o altre biomasse. La differenza, che rende questi sistemi più efficienti di altri, sta nel metodo di irradiazione del calore. Per la sua struttura, la stufa pirolitica permette di raggiungere temperature interne altissime e di irradiare il calore lentamente riscaldando una stanza per lunghi periodi anche senza caricarla spesso.
Stufa pirolitica, come funziona?
La stufa pirolitica sfrutta un metodo diverso dalla semplice combustione per produrre calore. Si tratta della pirolisi, la stessa tecnica che viene utilizzata nel trattamento dei rifiuti. La pirolisi consiste nella produzione di calore in assenza di ossigeno, tramite lo scioglimento dei legami chimici che compongono il combustibile con un processo di gassificazione.
La stufa pirolitica utilizza questo processo rompendo i legami chimici del legno, e producendo temperature interne vicine ai 400 gradi. È composta da una camera di accumulo della biomassa, come ogni stufa, un foro per l’areazione e un coperchio isolante. Il funzionamento è semplice, si riempie il contenitore per la biomassa e si accende il combustibile, isolando poi il contenitore con il coperchio sigillato.
In questo modo l’ossigeno non potrà entrare, si consumerà in fretta e il calore darà il via alla pirolisi.Le principali differenze tra le stufe pirolitiche e quelle classiche a combustione sono la bassissima quantità di scarti che le prime producono e la loro quasi totale assenza di fiamma visibile.
Pirolisi, pro e contro: dall’efficienza ai costi
I vantaggi di una stufa pirolitica rispetto a quella tradizionale derivano soprattutto dalla sua altissima efficienza. Rispetto alla combustione di biomasse tradizionale, la pirolisi produce molto più calore con lo stesso quantitativo di combustibile. L’efficienza della stufa pirolitica è pari al 280% in più rispetto a quella classica a combutione. Un altro vantaggio di questo tipo di impianti di riscaldamento è il basso impatto ambientale. Dato che di fatto nulla brucia all’interno di una stufa pirolitica, la produzione di fumi è praticamente azzerata, tanto è vero che non necessita del collegamento ad una canna fumaria.
Anche i residui solidi sono molto ridotti. La presenza di ceneri è infatti quasi nulla in confronto a quella prodotta da un sistema a combustione classico. Un’altro tassello dell’efficienza di queste stufe sta nella copertura. Essendo spesso in muratura o in materiale refrattario simile alla ceramica, rilascia il calore molto lentamente, e può scaldare una stanza anche per 8-10 ore con un solo carico.
Ma ci sono anche alcuni contro se si vuole acquistare una stufa pirolitica. I problemi principali sono rappresentati dal prezzo e dalla scarsa diffusione sul mercato dei sistemi da interno. Come già accennato infatti, questo tipo di stufe non sono molto diffuse in Italia, e quindi trovare un modello da interno sul mercato è quasi impossibile. I prezzi per una stufa che riscaldi 30 metri quadri si aggirano attorno ai 2000 euro. La speranza è che, con il diffondersi delle stufe pirolitiche, il mercato si sblocchi e i prezzi calino.