L’imu sulla prima casa presenta nella grande maggioranza dei casi l’esenzione. Una sentenza della Consulta ha però cambiato le cose.
Una delle questioni più complesse da affrontare sull’Imu è quella delle coppie residenti in case diverse. In questo caso in passato la legge prevedeva che una fosse automaticamente considerata seconda casa e quindi soggetta a Imu.
Una sentenza della Corte Costituzionale risalente ad ottobre ha però cambiato radicalmente le cose. Ora sta ai comuni controllare che la situazione abitativa della coppia in questione richieda il pagamento dell’Imu. Una sentenza che complica i controlli sulle finte residenze, ma che tutela i diritti dei contributori meglio della legge precedente. La sentenza cambia le cose anche per alcune attività commerciali.
Esenzione dell’Imu sulla prima casa: cosa ha stabilito la Corte Costituzionale
Ad ottobre del 2022 la Corte Costituzionale si è espressa su una complessa questione fiscale che riguarda milioni di italiani. Alcuni contribuenti contestavano la normativa che prevedeva che, in caso due coniugi o due persone civilmente unite fossero residenti in due case differenti, nello stesso comune o in due comuni distinti, l’Imu si applicasse automaticamente su una delle due case. La legge insomma presumeva che la coppia abitasse stabilmente sotto lo stesso tetto, plausibile, ma non automatico.
La Consulta ha dato ragione ai contribuenti, e ha quindi dismesso la norma, ma non in toto. In caso una coppia abiti effettivamente sotto lo stesso tetto, ma i due coniugi posseggano case nello stesso comune o in comuni diversi, bisognerà comunque pagare l’Imu su una delle due case. La differenza sta nel fatto che saranno i comuni stessi a doversi accertare della situazione. In caso contrario le case saranno considerate prime case, e quindi esentate in automatico.
Non cambia quindi l’impianto, ma i controlli vengono resi più complessi. I comuni contestano questa norma perché favorirebbe il sistema delle finte residenze. Le coppie potrebbero approfittare della situazione per nascondere quella che è a tutti gli effetti una seconda casa. Il comune, specie se piccolo, non ha le risorse monetarie e umane per controllare la situazione abitativa di tutti i suoi abitanti.
Le novità per le attività commerciali dalla sentenza delle Corte Costituzionale
La sentenza della Corte Costituzionale ha anche modificato alcune norme relative a determinati esercizi commerciali e ai loro doveri fiscali nei confronti dei comuni in relazione proprio alla tassa sulla proprietà immobiliare. La norma riguarda teatri, sale da concerto e per spettacoli. Queste attività sono state le più colpite dalla pandemia, essendo sempre tra le prime a dover chiudere dato che fanno dell’assembramento di persone al chiuso il centro della propria attività.
Così, per evitare che gli eventi diventassero un’occasione di diffusione della malattia, queste attività sono rimaste chiuse per lunghi periodi, con conseguenze economiche molto dure per i proprietari. È così stata riconosciuta l’esenzione dell’Imu per teatri, sale da concerto e spettacoli. Questo a patto che il proprietario sia anche il gestore dell’attività. In caso di affitto o comodato d’uso quindi questa norma non si applica. Allo stesso modo sono escluse da questa norma le discoteche, il club e le sale da ballo.