Per viaggiare sulle autostrade d’Italia bisogna sostenere alcuni costi tassativi. Cerchiamo di capire quali sono e su quali tratti autostradali si paga di più
Per quanto concerne i costi dei pedaggi è stata promossa una class action contro Autostrade. Cosa c’è da sapere in merito a questa situazione.
Viaggiare con la propria automobile comporta sicuramente un gran risparmio rispetto ad altre modalità di spostamento. Al contempo però circolare sulle autostrade ha un costo con cui è necessario fare i conti.
Alcune tratte sono più care di altre, ragion per cui gli spostamenti lunghi vanno comunque ben ponderati. Bisogna infatti capire quali autostrade è meglio percorrere e quali invece se è possibile sarebbe meglio evitare per non far lievitare la spesa complessiva.
Autostrade d’Italia: la classifica delle dieci tratte più care
Per effetto di ciò può risultare piuttosto utile conoscere la speciale classifica della “autostrade più care d’Italia” stilata da la Gazzetta dello Sport sulla base del prezzo richiesto a bordo di un veicolo di “Classe A” per percorrere l’intera tratta in rapporto ai km totali del tracciato.
Al primo posto c’è la Asti-Cuneo. Per una distanza 90 km, vengono richiesti 20,40 euro, cioè 0,22 euro a km. Costa poco meno il percorso che va da Torino a Bardonecchia (12,60 euro per 72 km di strada). Chiude il podio l’autostrada che collega Santhià (situata in Piemonte) con Aosta. Per 96 km di strada servono 14,60 euro ovvero 0,15 euro a km.
Non andando troppo lontano geograficamente troviamo la A10 Savona-Ventimiglia lunga ben 113 km e che costa in totale 14,50 euro e la A15 Parma-La Spezia conosciuta anche come l’autostrada Cisa, che varca l’Appennino dalla Liguria all’Emilia Romagna. Costo complessivo 13,90 euro per 108 km di strada.
Class Action contro i pedaggi
In generale i prezzi delle autostrade italiane hanno creato non pochi malumori che hanno portato Altroconsumo (organizzazione di consumatori) a lanciare un class action contro Autostrade.
Nella fattispecie è stato richiesto un risarcimento del 25% dei pedaggi pagati negli ultimi 10 anni, che in media è di circa 220 euro. Ad oggi sono circa 55mila gli utenti che hanno aderito all’iniziativa.
Il motivo per cui si è arrivati è ciò è legato agli aumenti del costo dei pedaggi del 28% a fronte di un calo degli investimenti soprattutto per quanto concerne la manutenzione che ha creato notevoli disagi.