Un vecchio satellite NASA sta per cadere sulla superficie terrestre in maniera incontrollata. Un evento ormai raro, date le nuove tecnologie.
Buona parte del satellite si disintegrerà nell’atmosfera terrestre, ma alcuni detriti potrebbero raggiungere la superficie.
Normalmente i rientri di oggetti spaziali che hanno finito il loro ciclo vitale avviene in un luogo preciso, tra i più remoti del pianeta, al centro dell’Oceano Pacifico. Il satellite che rientrerà nelle prossime ore però è molto vecchio, ha infatti quasi 40 anni, e quindi non è dotato delle tecnologie necessarie per eseguire questa manovra. La probabilità che faccia danni è comunque molto bassa ma non pari a zero.
Spazio e satelliti, i detriti che cadono sulla Terra
Da quando l’Unione Sovietica lanciò il primo satellite artificiale in orbita attorno al nostro pianeta, lo spazio appena oltre l’atmosfera terrestre si è fatto sempre più affollato. Dalle comunicazioni civili a quelle militari fino alla ricerca, a internet e al GPS, sulle infrastrutture spaziali si regge una parte sostanziale della nostra esistenza. Ma anche i satelliti hanno un lasso di vita e, dopo anni di servizio, smettono di funzionare.
Questo ha creato attorno al nostro pianeta uno strato di detriti che viaggiano a velocità altissime compiendo le loro orbite. Sono per lo più residui molto piccoli, che creano problemi soltanto ai satelliti funzionanti e alla Stazione Spaziale Internazionale. Sono costantemente monitorati dalle agenzie spaziali, in modo da limitare il più possibile gli incidenti.
I più recenti sono quelli legati ai razzi Lunga Marcia, lanciati dalla Cina ed utilizzati sia per completare le costellazioni di satelliti che per rifornire la stazione spaziale cinese. Il primo stadio del razzo, staccatosi dopo la fase di partenza, è caduto in maniera incontrollata nell’atmosfera a novembre del 2022. La sua discesa è terminata nelle acque del pacifico, ma per lungo tempo non si è saputo dove si sarebbe schiantato.
Il satellite ERBS fuori controllo sta cadendo sulla terra
Questa situazione si sta ripetendo in questi giorni, ma con un satellite della NASA. Si chiama ERBS, è partito dalla terra 40 anni fa, e questo dato è fondamentale. Altri satelliti della nasa, più recenti, sono dotati di tecnologie che li accompagnano in caso di rientro sulla Terra. La destinazione è sempre la stessa, il cosiddetto Punto Nemo, un luogo nel centro dell’oceano pacifico che dista il maggior numero di chilometri da ogni insediamento umano. È il punto più remoto del pianeta, adatto a far schiantare i satelliti.
Ma ERBS è troppo vecchio per avere un sistema simile. La sua discesa è quindi incontrollabile, anche se la NASA la sta monitorando con attenzione. La sua traiettoria dovrebbe incrociare quella del pianeta alle 4:39 ora italiana ma il margine di errore arriva fino a 13 ore. Potrebbe essere quindi anche il tardo pomeriggio prima che il satellite si schianti effettivamente. L’Italia, anzi l’intera Europa, è però fuori pericolo. Più a rischio invece Americhe e Africa. ERBS pesa 2,4 tonnellate, ma sicuramente non atterrerà tutto d’un pezzo. Saranno molti i detriti che si staccheranno dal corpo principale, ma la probabilità di essere colpiti rimane molto bassa.