Età, efficienza e altro ancora. Sono numerose le variabili da tenere in considerazione prima di procedere alla sostituzione dei termosifoni.
Strategie di risparmio ma anche di valutazione sull’effettivo impatto dei dispositivi domestici sulla nostra spesa. Perché la linea principale da seguire è quella dell’efficientamento ma anche un occhio alla spesa va mantenuto.
Non è detto, infatti, che l’avvicendamento fra un dispositivo e l’altro sia sempre la soluzione giusta. E non solo per questioni di costi ma anche di efficienza. Per quanto riguarda gli elettrodomestici, la questione è abbastanza semplice: acquistare un dispositivo di elevata classe energetica significherebbe ammortizzare i consumi senza per questo rinunciare agli standard abituali. In sostanza, pur continuando a utilizzarli, il dispendio energetico si ridurrebbe in modo consequenziale. Questo vale per il frigorifero, per il condizionatore, lavastoviglie e lavatrice. Ossia elettrodomestici di grande dispendio energetico e di frequente (addirittura h 24 in un caso) utilizzo. Ma cosa accade per dispositivi diversi e connessi strettamente al riscaldamento (ossia la voce più rincarata) come i termosifoni?
Chiaramente, il loro utilizzo è collegato alla caldaia. Il che significa che un aggiornamento in termini di standard energetici dell’impianto di riscaldamento domestico, sarebbe già di per sé un modo per risparmiare. Specie se a essere installate fossero caldaie a pompa di calore e a condensazione, notoriamente meno impattanti sul consumo energetico. Senza contare che la stragrande maggioranza degli impianti moderni dispone di strumentazione tecnologica in grado di spegnere in automatico i termosifoni tramite termostato, una volta raggiunta la temperatura ritenuta ideale. Considerando che tale sistema di riscaldamento è il più utilizzato in Italia, anche il monitoraggio delle sue condizioni è essenziale.
Termosifoni: quando conviene cambiarli (e quando invece no)
Al momento di installare un nuovo impianto per il riscaldamento domestico (ragionando sui casi in cui lo stabile non preveda un impianto centralizzato), i tecnici dovranno seguire scrupolosamente una serie di direttive. In primis, l’adeguamento dei termosifoni con le nuove valvole termostatiche, utili per gestire autonomamente la temperatura. Altro passo in direzione dell’efficientamento energetico e, soprattutto, contro gli sprechi. Al momento, in alcuni contesti pubblici è stata adottata la strategia del razionamento, o meglio, della riduzione dell’orario di accensione e della temperatura massima del riscaldamento. Scelta effettuata come prevenzione rispetto a una possibile penuria (comunque improbabile al momento) nell’approvvigionamento energetico, in questo caso di gas, dovuta alla guerra. Al netto di questo, il monitoraggio perlomeno periodico sulle condizioni dei nostri termosifoni è altrettanto importante per il risparmio. In bolletta stavolta.
Un dispositivo troppo vecchio, infatti, oltre a portare a dei malfunzionamenti, arrecherebbe danno anche da un punto di vista economico. E non solo per la necessità di una sostituzione. Le variabili sono però numerose e non sempre “l’età” di un termosifone è indicativa rispetto alla loro condizione. Anche una manutenzione irregolare, ad esempio, potrebbe incidere, forse in modo ancora più determinante. Ad esempio, nel momento in cui ci si trasferisce in una nuova casa, una verifica degli impianti sarebbe opportuna.
I nuovi termosifoni garantiscono una migliore regolazione della temperatura e, soprattutto, meno spreco di energia. Occhio però anche agli impianti vetusti: le nuove normative, in presenza di termosifoni troppo datati, impongono la sostituzione al fine di assicurare non solo una miglior gestione dell’energia ma anche una maggiore sicurezza. In caso di malfunzionamenti, prima di procedere alla sostituzione sarebbe meglio adottare la soluzione più logica. Ossia la verifica da parte di un tecnico specializzato.