Il costo del gas per il riscaldamento, pur calato di molto, rimane alto e l’opzione di scaldarsi con una stufa a legna fa gola a molti italiani.
L’investimento iniziale è però sempre molto alto, sia per la stufa in sé che per l’installazione della propria abitazione.
Esistono però diversi modi per abbassare il costo della propria stufa. Stato e regioni forniscono bonus che possono arrivare fino a 1000 euro per acquistare sistemi di riscaldamento a biomassa di nuova generazione. Questo perché anche le stufe a legna possono emettere gas serra e polveri sottili, e la loro eccessiva diffusione potrebbe rendere l’aria delle città e dei piccoli comuni meno respirabile. Quelle di ultima generazione però sono molto più ecologiche, e lo Stato favorisce quindi la loro diffusione.
Il 2022 è finito e sembra essersi portato con sé parte delle preoccupazioni sui prezzi dell’energia. La grave crisi scatenata dalla fine della pandemia e alimentata dalla guerra in Ucraina è parzialmente rientrata. Il clima mite dell’autunno e delle prime settimane dell’inverno, che ha portato a temperature di molti gradi sopra la media in tutta Europa, ha permesso ai Paesi del vecchio continente di mantenere le scorte di metano praticamente piene.
Il consumo di gas si è infatti ridotto drasticamente. In alcuni paesi europei c’è stata una diminuzione netta, con percentuali superiori al 40%. Non si tratta però dei paesi più caldi, ma di quelli più vicini alla Russia che più sentono la minaccia di Mosca e dove l’opinione pubblica si oppone con più forza all’invasione dell’Ucraina. Si tratta dei paesi baltici, Estonia Lettonia e Lituania, ma anche della Finlandia, che condivide con la Russia un confine di 1340 chilometri.
Questo ha calmato la speculazione dei mercati internazionali e riportato il prezzo del gas ai livelli pre guerra, ma non pre pandemia. Il costo di 75 € al MWh è comunque alto, ma non paragonabile agli oltre 300 € di luglio. Un destino simile è toccato agli altri combustibili, legna da ardere inclusa. Il prezzo attuale di un quintale di legname con una buona resa calorica è di 15-20 euro. È salito anche il prezzo del pellet, che ormai si trova soltanto a circa un’euro al chilo.
Per risparmiare sul gas molti italiani si stanno quindi interessando alle stufe. Quelle a legna sono le più classiche, e molti hanno già in casa un vecchio modello. Questi sistemi sono però molto inquinanti e quindi esistono diversi bonus per sostituirli con stufe di nuova generazione che emettano meno gas serra e polveri sottili.
Esiste prima di tutto il conto termico, che permette di ottenere sconti fino al 65% del prezzo della stufa. Poi si possono sfruttare l’ecobonus e il bonus ristrutturazione, anche se soltanto nell’ambito di lavori di miglioramento di un’abitazione e non per il semplice acquisto di una stufa. Anche in questo caso lo sconto si aggira attorno al 50-65%, e come per il conto termico si tratta di sconti fiscali recuperabili in 10 anni tramite la dichiarazione dei redditi.
Ma anche le regioni fanno la loro parte in questa campagna di sconti. L’ultima ad aggiungersi, dopo Lombardia, Piemonte, Veneto ed Emilia Romagna, è la provincia autonoma di Trento. Con uno stanziamento di 5 milioni di euro, il Trentino ha garantito ai suoi abitanti uno sconto fino a 1000 euro sull’acquisto di stufe di ultima generazione.
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