Ridurre le emissioni sospendendo le tratte aeree brevi. Dopo oltre un anno di trattative, la Francia ottiene il semaforo verde dell’Unione europea.
Se l’obiettivo è quello di abbattere le emissioni di CO2, le Cop sul clima sono risolutive fino a un certo punto. Anche perché, almeno stando ai risultati delle ultime due, trovare un’intesa su un obiettivo comune appare alquanto difficile.
Tuttavia, almeno sul fronte dei trasporti l’Unione europea ha deciso di accelerare. In realtà, accogliendo la proposta di un singolo Paese membro, la Francia, che ha chiesto e ottenuto la possibilità di lasciare a terra gli aerei impegnati su tratte di corto raggio. Con l’obiettivo, chiaramente, di ridurre le emissioni di CO2 durante il periodo di maggior traffico aereo. Una decisione apparentemente poco congrua al momento ma che, secondo le intenzioni del Governo francese, sarà accompagnata da un congruo rafforzamento del trasporto su rotaia. In sostanza, più treni meno aerei. Una strategia semplice, per rinunciare al corrispettivo in termini di emissioni almeno per le tratte più brevi. Magari quelle interne. A ogni modo, la decisione esecutiva è finita in Gazzetta europea.
Qualcosa di simile era stato ipotizzato già lo scorso anno. Qualche riserva, però, era stata avanzata dalla Commissione europea in merito a possibili distorsioni della concorrenza. Eventualità che, all’indomani del mezzo flop di Sharm el-Sheikh, sembra essere stata spazzata via. Forse perché, come comunicato dalla Francia, tale accortezza permetterà di risparmiare circa 55 mila tonnellate di emissioni di anidride carbonica. Ossia una misura decisamente più concreta, anche se sul breve termine, rispetto alle pianificazioni da qui al 2030 e al 2050.
Stop alle emissioni: la Francia ferma le tratte aeree sul corto raggio
Andrà capito quanto realmente potrà essere incidente l’impatto della mossa francese sul complessivo dei consumi. Il risparmio di 55 mila tonnellate, infatti, è legato unicamente alle tratte Orly-Bordeaux, Orly-Nantes e Orly-Lione. Tratte interne che saranno sostituite da altrettanti servizi ferroviari al fine di evitare effetti negativi sulla mobilità dei cittadini e, come riferito dalla Commissione europea, “sulla connettività europea”. La quale dovrà essere compensata dalla disponibilità di mezzi di trasporto alternativi. E, soprattutto, che abbiano prezzi accessibili. In sostanza, la rinuncia alla comodità dovrà essere addolcita da una tariffa agevolata. A ogni modo, la stessa Commissione evidenzia l’effettiva convenienza nella cancellazione delle tratte aeree più brevi, chiaramente sul piano della riduzione delle emissioni.
Chiaramente, si tratta di un espediente limitato. Tuttavia, risulta abbastanza evidente come il trasporto aereo si riservi una percentuale piuttosto elevata in fatto di emissioni fossili. Anche se non quella più alta. La lungaggine della trattativa con l’Unione europea (più di un anno), però, ha evidenziato anche la difficoltà nell’intraprendere delle strade di ammortizzazione delle emissioni inquinanti sul lungo termine. La decisione francese sulle tratte aeree brevi si inserisce nel piano della legge Climat et résilience, datata addirittura 21 agosto 2021.
La Commissione europea era stata chiamata a esprimersi incalzata dalla mole di ricorsi, al fine di definire la linea di demarcazione fra la libertà di impresa delle compagnie aeree e la possibilità, per gli utenti, di scegliere un mezzo di trasporto in base alla logica della libera concorrenza. In ultima istanza, l’Ue ha dato il via libera in quanto la misura risulterebbe “non discriminatoria”, a patto che “non distorce la concorrenza tra i vettori aerei”.