L’inflazione ha reso i buoni fruttiferi postali nuovamente attraenti per molti italiani che non vogliono vedere i propri risparmi erosi.
L’aumento dei tassi di interesse ha reso anche questi strumenti di risparmio più interessanti che in passato, portando molti a valutare l’investimento dopo anni in cui metodi simili avevano perso appeal a causa dei tassi molto bassi.
L’offerta di buoni fruttiferi postali è molto ampia, e alcune opzioni possono essere più interessanti di altre. In particolare quella a breve o medio termine sono in grado di dare risultati quasi subito, proteggendo i risparmi dall’inflazione per poi renderli nuovamente disponibili una volta che la fiammata di aumenti dei prezzi sarà finita.
Interessi, inflazione e buoni fruttiferi postali
Dopo anni di stagnazione dei prezzi e dei salari, l’inflazione è tornata a farsi sentire. In parte è stata una compensazione per la grave crisi deflazionistica dovuta al Covid-19, ma per lo più gli aumenti dei prezzi hanno portato il costo dei beni al consumo oltre i livelli del 2019. Per fermare la circolazione del denaro, che peggiora l’inflazione, le banche centrali hanno alzato i tassi di interesse rendendo più costoso e difficile prendere soldi in prestito.
Per questa ragione, dal lato dei risparmiatori, diversi strumenti di risparmio sono diventati più convenienti, mentre prestiti e mutui hanno visto peggiorare le proprie condizioni. Così anche gli interessi dei buoni fruttiferi postali sono migliorati rispetto al recente passato, rendendo questi strumenti più appetibili per proteggere i propri risparmi dall’inflazione.
Quelli a breve termine permettono poi di impegnare i propri soldi in maniera che siano disponibili relativamente presto. In questo modo potranno essere utilizzati una volta concluso il periodo previsto e passata la fiammata inflazionistica che sta causando gli aumenti dei prezzi. Difficilmente però guadagneranno valore, dato che dopo un picco di inflazione tendenzialmente non sono i prezzi a scendere, ma i salari a crescere per compensare la perdita del potere d’acquisto.
I buoni a 5 anni: quanto si guadagna investendo 5000 euro
È possibile sapere in anticipo quanto un buono fruttifero postale frutterà prima di acquistarlo. Per farlo è sufficiente recarsi sul sito di Poste Italiane, e navigare fino alla sezione dedicata. Bisogna poi inserire la cifra che si intende spendere in buoni fruttiferi, e la durata degli stessi. In questo caso, prenderemo per esempio la cifra di 5000 euro e una durata a breve medio termine, come discusso nei paragrafi precedenti.
Una volta completate le operazioni il sito fornirà una lista dei buoni fruttiferi postali disponibili secondo i parametri proposti. Un esempio potrebbe essere il buono 3×2. La particolarità di questo strumento è che, pur durando per sei anni come il nome suggerisce, permette di incassare gli interessi a partire dalla fine dei primi tre anni in cui il denaro è rimasto vincolato.
Prendendo gli interessi attuali, il calcolatore del sito di Poste Italiane fornisce una stima accurata di quanto si può guadagnare sottoscrivendo un buono fruttifero di questo tipo. Un 3×2 fornisce l’1,25% di interessi per i primi tre anni, e il 2% per i successivi tre. Di conseguenza con un investimento di 5000 euro si otterranno, alla fine dei sei anni di attesa, 551,96 euro netti. Il calcolo delle tasse da pagare sugli interessi è quindi già inserito nei parametri di calcolo offerti dal sito di Poste Italiane.