Prestate attenzione ai messaggi vocali che inviate tramite Whatsapp perché potrebbero essere utilizzati per clonare la vostra voce.
Scenario inaspettato, quello con cui a breve potremmo ritrovarci a dover fare i conti. Arriva, infatti, l’intelligenza artificiale in grado di clonare la propria voce, con quest’ultima che potrebbe essere utilizzata per la realizzazione di audio di diverso genere. Ecco cosa sta succedendo e soprattutto cosa c’è da aspettarsi.
A partire dalle e-mail, passando per i social fino ad arrivare alle applicazioni di messaggistica istantanea, come ad esempio Whatsapp, sono davvero tanti i servizi grazie ai quali riusciamo a comunicare con amici, parenti e aziende, anche se geograficamente molto lontani da noi.
Quando utilizziamo tali servizi, inoltre, possiamo disporre di diverse funzionalità, come ad esempio l’invio di messaggi vocali. Proprio su quest’ultimi si invita a prestare la massima attenzione perché in un futuro, non molto lontano, potrebbero essere utilizzati per clonare la propria voce. Ma come è possibile? Entriamo quindi nei dettagli e vediamo tutto quello che c’è da sapere in merito.
Abbiamo già visto come grazie a questo trucco sia possibile spiare i movimenti del proprio partner su Whatsapp. Oltre al possibile partner geloso, però, si deve stare attenti anche ad una novità che potrebbe cambiare per sempre il mondo dei messaggi audio. Quest’ultimi, infatti, potrebbero essere a breve clonati grazie all’intelligenza artificiale.
Ma come è possibile? Ebbene, bisogna sapere che Microsoft sembra intenzionata ad investire be dieci miliardi di dollari in ChatGPT per VALL-E. ChatGPT, ricordiamo, è un software di OpenAI che grazie all’Intelligenza artificiale è in grado di scrivere testi che non si distinguono da quelli realizzati da essere umani.
VALL-E, invece, è la nuova frontiera dell’intelligenza artificiale che è in grado di clonare la voce dei messaggi audio. Non parliamo solo dei vocali su Whatsapp, ma anche della voce sui video Youtube, sui vari social e così via. Al momento utilizzata per 60 mila ore di conversazione in inglese, a breve verrà applicata a tutte le altre lingue.
Entrando nei dettagli VALL-E è in grado di rielaborare la voce del soggetto clonato, realizzando dei messaggi con parole che in realtà la persona interessata non ha mai pronunciato. Se tutto questo non bastasse, il risultato finale, è davvero impressionante. Non si riesce infatti a distinguere se si tratti di un messaggio realizzato davvero dalla persona in questione oppure frutto di una rielaborazione artificiale.
Anche perché grazie a VALL-E è possibile scegliere tra cinque emozioni da dare alla voce. Come fatto sapere dai realizzatori di questo progetto, attraverso il sito accademico ArXiv, infatti, questa invenzione è in grado di superare i sistemi più avanzati di questo tipo, “in termini di naturalezza del parlato e somiglianza dei parlanti”.
Una novità indubbiamente importante, che potrebbe tuttavia portare con sé degli effetti indesiderati. In particolare si teme che queste voci artificiali possano essere, ad esempio, utilizzate per “falsificare l’identificazione vocale o impersonare un oratore specifico“.
A tal proposito gli stessi realizzatori di tale progetto hanno sottolineato che “Per mitigare tali rischi, è possibile costruire un modello di rilevamento per discriminare se una clip audio è stata sintetizzata da VALL-E” oppure se si tratti di una voce vera.
Al momento, però, non è dato sapere come questo potrebbe essere applicato nella realtà dei fatti. Non resta quindi che attendere e vedere come si evolverà tale progetto. Attualmente, d’altronde, non è ancora disponibile per un utilizzo pubblico e non è dato sapere se e partire da quando eventualmente lo sarà.
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