Nel 1947 un gruppo di scienziati, il Bullettin of the Atomic Scientists, creò il cosiddetto orologio dell’apocalisse, il Doomsday Clock
Si tratta di una metafora, per far capire alla popolazione quanto, a livello scientifico, l’umanità si stia avvicinando alla propria fine.
Il motivo per cui era stato creato era segnalare il pericolo di una guerra nucleare, dopo che l’Unione Sovietica aveva trovato il modo di costruire i propri ordigni atomici. Negli anni però ha abbracciato altre possibili ragioni della fine dell’umanità, su tutte il riscaldamento climatico e le conseguenti catastrofi naturali che sta causando. Nell’ultimo rapporto, quello relativo al 2023, il metaforico orologio è arrivato a 90 secondi dalla mezzanotte, che rappresenta la fine dell’umanità.
A far accelerare le lancette dell’orologio è stata prima di tutto la guerra in Ucraina. Da quando la Russia ha dato il via alla sua “Operazione Militare Speciale” per sovvertire il governo ucraino e prendere il controllo dell’ex repubblica sovietica, il rischio di un conflitto nucleare tra Mosca e l’occidente è improvvisamente aumentato toccando il massimo dai tempi della crisi missilistica di Cuba.
La Russia ha minacciato più volte di utilizzare una parte del suo arsenale nucleare, se l’occidente superasse una fantomatica “Linea rossa” nel suo supporto a Kiev. Linea invocata più volte ma spostata un po’ più avanti ad ogni nuovo carico di armi diretto dagli USA verso l’Ucraina.
Di contro gli Stati Uniti hanno avvertito Mosca che qualsiasi utilizzo di armi atomiche, anche se fossero soltanto quelle tattiche che hanno un’area di impatto limitata, comporterebbe l’entrata in guerra dell’esercito americano, con un attacco convenzionale su tutte le truppe russe in Ucraina. Nonostante la situazione nucleare sia quindi in stallo, con la Russia che non vuole indispettire l’esercito più grande del mondo, il Doomsday Clock registra queste tensioni in termini di secondi in meno verso la mezzanotte.
La guerra nucleare non è il solo fattore che ha portato l’orologio dell’apocalisse così vicino a mezzanotte. Il rapporto del Bullettin of the Atomic Scientists pone accenti su altri problemi che potrebbero causare la distruzione del mondo per come lo conosciamo. La questione climatica è la più impellente. Nel giro di pochi anni i cambiamenti che in passato erano solo evocati come possibili sono diventati reali. Fenomeni climatici estremi sono all’ordine del giorno, come dimostrano l’autunno e l’inverno caldissimi che l’Europa ha vissuto negli ultimi mesi.
Anche i rischi biologici sono parte dei fattori che spinge l’orologio vicino all’ora zero. La recente pandemia da Covid-19 ha evidenziato non solo quanto il mondo non sia pronto ad affrontare eventi di questo tipo, ma anche quanto i lockdown possano distruggere il sistema estremamente interconnesso da cui dipendono gli stili di vita di miliardi di persone.
Il fatto che la pandemia sia passata non assicura protezione dalla prossima, e il pericolo maggiore che da sempre gli scienziati monitorano, quello che l’influenza aviaria che colpisce i polli faccia il salto di specie in uno dei tantissimi allevamenti intensivi sparsi per il mondo, non è ancora sventato. Infine anche la tecnologia preoccupa il Bullettin of the Atomic Scientists. L’avanzamento tecnologico ha portato allo sviluppo di armi sempre più mortali, e la disinformazione rischia di avvelenare il processo democratico di molte nazioni.
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