Il rinnovo dell’Assegno Unico si sta avvicinando. È passato quasi un anno dal primo invio delle domande e ora le famiglie si chiedono come procedere per non perdere i soldi.
La domanda dovrà essere ripresentata? Basterà inviare il nuovo ISEE o il quoziente familiare? Oppure non si dovrà fare nulla aspettando il rinnovo automatico?
I dubbi sono tanti e le famiglie hanno l’esigenza di capire come comportarsi ad anno nuovo. L’Assegno Unico Universale, ricordiamo, nasce come misura inclusiva di diversi bonus per i nuclei familiari. Viene erogato dal mese di marzo 2022 ma la domanda è stata inoltrata a partire da gennaio. L’importo corrisposto varia in base all’ISEE e va da un minimo di 50 euro ad un massimo di 175 euro. Non presentando l’Indicatore della Situazione Economica Equivalente i percettori ottengono il minimo indipendentemente dalla situazione reddituale e patrimoniale. Le direttive saranno le stesse anche per il nuovo anno? Scopriamo cosa ha specificato l’INPS in relazione alla misura.
L’INPS ha specificato che la validità dell’Assegno Unico Universale è annuale. Va dal 1° marzo al 28 febbraio dell’anno successivo. Prima della scadenza, dunque, è necessario ripresentare l’ISEE per poter ottenere il giusto importo spettante. Una volta completata la procedura – ricordiamo che è legata alla compilazione della DSU – si potrà presentare domanda di rinnovo.
L’Indicatore della Situazione Economica Equivalente ha anch’esso validità annuale ma da gennaio a dicembre. Scadrà, dunque, il 31 dicembre e dal 1° gennaio 2023 sarà possibile per i contribuenti procedere con il calcolo del nuovo valore valido per l’Assegno Unico 2023. Una volta terminato il calcolo, però, alcuni cittadini capiranno che non è necessario inoltrare domanda di rinnovo. Se il range di riferimento è lo stesso dello scorso anno – 175 euro sotto i 15 mila euro e 50 euro superando i 40 mila euro – il rinnovo avverrà automaticamente. L’INPS, comunque, procederà con un nuovo comunicato per dare tutte le indicazioni corrette.
Come accennato, l’importo minimo dell’Assegno Unico è di 50 euro mentre quello massimo di 175 euro con rispettivi ISEE oltre i 40 mila euro e fino a 15 mila euro. Poi occorre considerare tutte le fasce intermedie. L’importo della prestazione, infatti, varia di 50 centesimi ogni 100 euro in più o in meno dell’Indicatore della Situazione Economica Equivalente.
Chi ha 15 mila euro di ISEE, dunque, riceverà 175 euro a figlio mentre chi ha un ISEE di 15.100 euro otterrà 174,50 euro per ogni figlio a carico. Una volta capito il meccanismo si possono comprendere i range intermedi previsti dall’INPS. Con ISEE di 20 mila l’Assegno varrà 150 euro, con ISEE di 25 mila euro il valore sarà di 125 euro, con 30 mila euro di 100 euro e con 35 mila euro di 75 euro.
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