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Economia e Finanza

Pensione di inabilità per dipendenti pubblici: a chi è indirizzata e come funziona

Published by
Floriana Vitiello

Scopriamo come accedere alla pensione di inabilità per dipendenti pubblici: l’iter burocratico da seguire.

La pensione di inabilità è un trattamento economico riconosciuto ai lavoratori dipendenti che non sono più in grado di proseguire la loro attività lavorativa, in seguito ad un aggravamento della condizione di salute.

Eco di Milano

L’ordinamento giuridico italiano prevede che venga riconosciuta la pensione di inabilità anche ai lavoratori pubblici. In questo caso, è necessario che il lavoratore chieda al proprio datore di lavoro o al proprio ente di essere sottoposto ad una visita medico collegiale, affinché gli venga riconosciuta la pensione di inabilità.

Il diritto a conseguire il trattamento pensionistico è stato riconosciuto dalla legge numero 335 dell’8 marzo 1995, diventata effettiva dal 1 gennaio 1996. Tale legge ha previsto che il diritto spetta in seguito alla cessazione del lavoro per infermità, che non dipende da cause di servizio. In tal caso, è necessario che il soggetto interessato sia assolutamente e permanentemente impossibilitato a svolgere la propria e qualsiasi attività lavorativa.

A chi è rivolta la pensione di inabilità per dipendenti pubblici? Qual è l’iter burocratico da seguire per ottenere il trattamento economico?

Pensione di inabilità per dipendenti pubblici: a chi è rivolta

La pensione di inabilità per dipendenti pubblici è un trattamento economico riconosciuto ai lavoratori dipendenti del settore pubblico, che non sono più in grado di proseguire la propria attività lavorativa in seguito al sopraggiungere di gravi condizioni di salute.

Hanno la possibilità di accedere alla pensione di inabilità a tutti i dipendenti appartenenti al settore pubblico, iscritti alle forme di previdenza esclusive dell’Assicurazione generale obbligatoria.

In base a quanto stabilito dalla legge, il soggetto che ha diritto alla pensione di inabilità, deve ricevere l’importo economico a partire dal giorno successivo alla risoluzione del rapporto di lavoro.

Tale prestazione ha carattere di vitalizio, pertanto il soggetto che ne ha diritto percepirà il trattamento per l’intera durata della sua vita, fino alla morte. In seguito al decesso del titolare di pensione di inabilità, la legge italiana prevede che l’importo diventi reversibile, in favore dei superstiti che ne hanno diritto.

Stando a quanto stabilito dalla legge del 1995, il riconoscimento del trattamento di inabilità comporta l’attribuzione di una sorta di bonus o di un’anzianità convenzionale. In sostanza, al soggetto che ha diritto alla pensione di inabilità per lavoratori pubblici spetta il riconoscimento di un importo che corrisponde a quello che il lavoratore avrebbe percepito se avesse lavorato fino a 60 anni d’età o se avesse maturato 40 anni di servizio.

Domanda per pensione di inabilità

In base a quanto stabilito dalla normativa che disciplina la pensione di inabilità, il trattamento economico in questione spetta ai soggetti che sono in possesso di un’anzianità contributiva pari ad almeno 5 anni, di cui tre nel quinquennio precedente alla decorrenza del trattamento pensionistico. Per i soggetti che hanno diritto alla pensione, la legge prevede che concorrono alla formazione dell’anzianità contributiva anche gli eventuali periodi riscattati o ricongiuntiti.

È inoltre necessario che il rapporto di lavoro sia cessato per infermità, che non dipenda da causa di servizio. Infine, affinché venga riconosciuto il diritto alla pensione di inabilità è necessario che al soggetto sia riconosciuto lo stato di assoluta e permanente impossibilità a svolgere qualsiasi attività di lavoro.

Di fatto, la legge precisa che coloro che percepiscono la pensione di inabilità non possono avere un reddito da lavoratore dipendente o autonomo, sia in Italia che all’estero. Dopotutto, l’erogazione del trattamento economico prevede l’impossibilità del soggetto a svolgere un’attività lavorativa. Pertanto, la disciplina ha stabilito che è incompatibile lo svolgimento di un lavoro e la percezione del trattamento.

Quindi, il titolare di pensione di inabilità che ha percepito una contribuzione relativa allo svolgimento di un’attività lavorativa, sia autonoma che subordinata, in data successiva alla decorrenza della pensione, andrà incontro alla revoca del trattamento.

La revoca scatta a partire dal primo giorno del mese successivo a quello in cui si è verificata tale incompatibilità. Nel frattempo, l’INPS effettuerà controlli per verificare la possibilità di eseguire il recupero delle somme di denaro indebitamente percepite.

Pensione di inabilità per dipendenti pubblici: la domanda

La pensione di inabilità non viene erogata d’ufficio. Infatti, è necessario che il soggetto interessato presenti un’apposita domanda all’amministrazione presso la quale il dipendente o l’ex dipendente presta o ha prestato attività lavorativa.

La domanda va inoltrata seguendo lo schema dell’allegato 1 della circolare INPDAP, datata 24 ottobre 1997. All’istanza deve essere allegato il certificato medico che attesta la condizione di inabilità assoluta e permanente del lavoratore.

Successivamente l’ente o l’amministrazione presso la quale il lavoratore svolge o svolgeva la propria mansione disporrà una visita medica per accertare lo stato di inabilità. Il controllo sanitario può essere affidato a vari organismi:

  • Commissioni mediche ospedaliere per i lavoratori che operano nel comparto delle Forze Armate per i dipendenti dei ministri della Difesa e del Ministro dell’Interno;
  • Commissione medica dell’ASL per i lavoratori che operano nel comparto enti pubblici non economici;
  • Commissione medica di verifica per il comparto scuola, università, ministeri, sanità, enti locali.

In base a quanto stabilito dalla legge numero 241 del 1990, il termine ordinario per l’emanazione del provvedimento è fissato a 30 giorni. Tuttavia, è possibile che possa trascorrere anche un lasso di tempo maggiore.

Come viene calcolato l’assegno di inabilità

Il riconoscimento della pensione per inabilità totale indirizzata ai dipendenti del settore pubblico prevede che i lavoratori abbia maturato un’anzianità contributiva di almeno cinque anni. Di questi cinque anni, almeno tre devono essere stati accreditati nel quinquennio precedente alla decorrenza del trattamento pensionistico.

Infatti, la pensione di inabilità è calcolata aggiungendo all’anzianità contributiva, realmente maturata dal lavoratore, la differenza degli anni che mancano. In questo modo, si riesce a coprire il periodo mancante.

L’assegno previdenziale, anche in questo caso, è calcolato adottando uno dei due metodi:

  • Misto, per i lavoratori che possiedono oltre 18 anni di contributi prima del 31 dicembre 1995 (sistema retributivo) e per i lavoratori che possiedono almeno di 18 anni di contributi al 31 dicembre 1995 (sistema contributivo).
  • Contributivo, per coloro che hanno maturato i contributi a partire dal 31 dicembre 1995.
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Floriana Vitiello

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