È l’ultima frode escogitata da personaggi senza scrupoli: la truffa dell’sms. Vediamo come funziona e come fare a non cascarci.
Come spesso accade, i truffatori simulano di essere dipendenti di una organizzazione autorevole e affidabile per carpire la fiducia delle loro vittime. Per poi, una volta entrati in possesso dei codici, prosciugare il conto corrente delle persone che hanno ingannato.
Tutto parte da un sms che appare affidabile, dato che la fonte sembra sicura: il numero della banca. Una sensazione di sicurezza rafforzata poi da una telefonata che arriva direttamente dalla filiale. Tutto a posto? Per nulla, dato che l’operatore con cui abbiamo parlato, malgrado i numeri corrispondessero, era niente altro che un truffatore.
Qual è il suo obiettivo? Molto semplice: impadronirsi dei codici delle vostre carte di credito. Grazie ai quali poi sarà un gioco da ragazzi per lui prosciugarvi i conti correnti. Un piano ben architettato che però è andato a gambe all’aria quando la potenziale vittima, un 49enne anconetano, ha fiutato il marcio dietro la telefonata. E così, sospettando che ci fosse qualcosa che non tornava, ha interrotto la chiamata. Intanto anche la sua banca, grazie al sistema di controllo, si era accorta del tentativo di truffa e aveva bloccato tempestivamente le carte.
Dopodiché la vittima della scampata truffa ha presentato una denuncia contro ignoti ai carabinieri, alla propria filiale e all’Adoc, l’Associazione per la difesa e l’orientamento dei consumatori (alla quale è iscritto) per segnalare l’accaduto.
Ecco la vicenda raccontata dal 49enne di Ancona: «Ho ricevuto un sms all’interno della cronologia della mia banca dove veniva informato di un attacco alle mie carte di credito». Poi, prosegue l’uomo, «ho cliccato su un link e dopo pochi minuti ho ricevuto una telefonata da un numero realmente esistente in capo a una filiale di Roma». Dall’altro capo della linea, la voce era quella di un uomo che si era qualificato come un impiegato della sua banca. «Ero convinto – spiega – di parlare con un operatore del mio istituto bancario e così ho seguito le istruzioni: ho comunicato codici PIN delle sue carte di credito necessari, secondo il sedicente operatore telefonico, per effettuare tre procedure di autorizzazione che avrebbero messo al sicuro i miei conti».
Ma al momento di chiudere la partita, per così dire, qualcosa lo ha fatto insospettire. «Poi, al momento di finalizzare la procedura di autorizzazione, ho sentito un cambio di tono, quasi un’intimazione. A quel punto, insospettito, ho chiuso la conversazione. Per fortuna non ho subito danni ma occorre mantenere alta l’attenzione», spiega la vittima del tentativo di frode.
Siamo davanti, spiega Alessia Ciaffi, responsabile dell’Adoc Marche, a quello che «tecnicamente si chiama “phishing” e non è altro che l’invio di una comunicazione via e-mail o SMS da parte di un truffatore che fingendosi un ente affidabile, come per esempio la nostra banca, cerca di carpire credenziali di accesso ai conti e alle carte di credito».
La cosa importante da sapere, tiene a sottolineare la responsabile marchigiana di Adoc, è che «nessuna banca invia SMS all’interno dei quali sono presenti dei link da cliccare». La stessa Adoc, fa sapere Ciaffi, ha sviluppato e diffuso una breve e pratica guida in 6 punti da seguire per evitare di incappare in truffe come queste. Infine, conclude, «per segnalare casi analoghi e per richieste di assistenza non esitate a contattare l’Adoc Marche al 342 655 6430».
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