Spesso quando avviene un terremoto molto forte, l’orizzonte viene illuminato da strane luci bianche e azzurre simili a lampi.
È successo anche durante il disastroso sisma che ha colpito la Turchia meridionale e la Siria settentrionale, nella notte tra il 5 e il 6 febbraio.
La natura di questi fenomeni non è ancora del tutto chiara. Sembrano verificarsi soltanto quando i terremoti raggiungono una certa intensità, ma non è sicuro esista un legame diretto con le scosse telluriche. Esistono varie ipotesi sull’origine di queste luci telluriche, che gli scienziati hanno avanzato nel corso degli anni basandosi sia su osservazioni recenti che su altre più antiche.
A volte la soluzione ad una questione irrisolvibile è quella che sembra troppo semplice per essere vera. Questo principio, che in filosofia si chiama Rasoio di Occam, viene spesso usato in caso la scienza si aggrovigli attorno ad un problema in realtà di semplice soluzione. Nel caso delle luci telluriche, l’idea sarebbe che se i fenomeni che vediamo assomigliano molto a lampi elettrici, è perché lo sono.
Alcuni scienziati sottolineano come spesso l’avvistamento di luci telluriche avvenga in terremoti, come quello turco, che avvengono durante una tempesta. Secondo questa teoria si tratterebbe quindi di semplici lampi.
Un’altra ipotesi invece tira in ballo l’uomo come causa parziale delle luci. Quando un terremoto è molto forte, può infatti danneggiare la rete elettrica della zona che colpisce. A volte si tratta soltanto di tralicci, altre invece di centrali elettriche intere. Sarebbero quindi le scariche elettriche rilasciate dalla rottura dei cavi ad alta tensione ad essere l’origine di questi fenomeni.
Questa ipotesi, spiega l’Istituto Nazionale di Geologia e Vulcanologia (INGV) è smentita dallo storico e naturalista dell’antica Roma Plinio il Vecchio, che descrisse le luci telluriche nella sua Naturalis Historia. Essendo un libro risalente a 2000 anni fa, è impossibile che si trattasse di scariche rilasciate da cavi dell’alta tensione.
Se le linee elettriche non c’entrano nulla, potrebbe allora essere il quarzo a causare questi fenomeni. Il minerale, molto diffuso nella crosta terrestre, deformato dalla forte energia rilasciata durante il terremoto, darebbe vita a campi elettrici creando un effetto piezoelettrico. In questo caso quindi sarebbero le rocce stesse, scosse dal terremoto, a creare i lampi di luce che si vedono nel cielo durante gli eventi sismici più violenti.
Un’altra teoria, l’unica che fino a questo momento ha trovato riscontri in esperimenti effettuati in laboratorio, tira in ballo l’ossigeno. Non quello che respiriamo, diffuso nell’aria, ma quello intrappolato all’interno delle rocce che compongono la crosta terrestre. Quando queste rocce ricevono l’energia sprigionata dal terremoto, gli atomi di ossigeno al loro interno andrebbero incontro ad un processo di ionizzazione.
Gli ioni di ossigeno viaggerebbero all’interno della roccia, e preferirebbero andare verso l’alto. Una volta entrati in contatto con l’aria, ionizzerebbero parti della bassa atmosfera, creando un plasma luminoso responsabile delle luci telluriche.
L’ipotesi sarebbe rafforzata da un esperimento di laboratorio, che avrebbe simulato un rilascio di energia simile a quello di un terremoto mettendo le rocce ricche di ossigeno sotto un’altissima pressione. L’imprevedibilità degli eventi sismici rende però molto complesso rilevare dati sul campo per confermare questa ipotesi, quindi almeno per il momento l’origine delle luci telluriche rimane incerta.
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