In molti non sanno che è possibile beneficiare di un bonus pensione integrativa, che prevede un super risparmio sull’IRPEF.
La pensione integrativa rappresenta un’opportunità che va ad aggiungersi alla pensione di base del regime pubblico obbligatorio. In sostanza, come suggerisce il termine, si tratta di una pensione che va ad integrare quella del regime obbligatorio.
Grazie alla pensione integrativa, il lavoratore riesce ad ottenere un risparmio pensionistico che gli permetterà di conservare un tenore di vita adeguato anche al momento del penzionamento. Ma l’aspetto più interessante della pensione integrativa, riguarda la possibilità di beneficiare di un regime tutelato e fiscalmente agevolato.
Tra questi elementi vantaggiosi è necessario ricordare che i lavoratori hanno anche la possibilità di accedere alla rendita integrativa temporanea anticipata (RITA).
Bonus pensione integrativa: le origini
La pensione integrativa è nata intorno agli anni ’70 con lo scopo di sostenere il sistema pensionistico pubblico obbligatorio. Dopotutto, il sistema pensionistico attuale prevede che i trattamenti pensionistici vengano pagati con i contributi versati dai lavoratori attivi. I quali, a loro volta, riceveranno la pensione con i contributi dei giovani che entreranno nel mondo del lavoro.
Il sistema che caratterizza il regime pensionistico pubblico italiano è definito a ripartizione.
Tuttavia, l’invecchiamento della popolazione e il calo delle nascite ha contribuito a diminuire il numero di lavoratori attivi e, di conseguenza, anche il numero di quelli che entreranno nel mondo del lavoro. Contemporaneamente, al diminuire dei lavoratori attivi, si è registrato l’aumento del numero di pensionati.
Per questo motivo, si è creato un vero e proprio deficit per le casse dello Stato. Tutto ciò ha generato la necessità di intervenire attraverso l’approvazione di riforme che, a partire dagli anni ‘90, hanno progressivamente diminuito l’importo delle pensioni future.
Una delle più importanti riforme, in tal senso, ha previsto il passaggio dal metodo di calcolo retributivo al sistema contributivo. In pratica, prima del 31 dicembre 1995 le pensioni erano calcolate sulla base delle ultime retribuzioni del lavoratore. A partire dal 1 gennaio 1996, si è deciso di utilizzare il sistema di calcolo contributivo, che tiene conto del montante contributivo effettivamente versato dal lavoratore.
In sostanza, attualmente, le pensioni sono calcolate in base al numero di contributi versati nell’arco della carriera lavorativa, opportunamente rivalutati secondo il tasso di inflazione.
Con lo scopo di compensare la riduzione degli assegni pensionistici, si è pensato di introdurre una serie di provvedimenti a sostegno delle forme di pensione privata.
Ed è così che, alla previdenza obbligatoria pubblica è stata affiancata una seconda copertura pensionistica, su base volontaria.
I vantaggi relativi alla deducibilità fiscale
Per incentivare la pensione integrativa si è deciso di introdurre un importante vantaggio, che riguarda la deducibilità fiscale dei contributi versati su base volontaria.
Si tratta di un vero e proprio bonus pensione integrativa, che prevede che ogni anno i contributi versati siano associati a rendimenti sul capitale accantonato, che comporta l’abbattimento dell’imponibile fiscali ai fini IRPEF.
In base alle attuali disposizioni normative, il limite di deducibilità fiscale è fissato a 5164,57 euro all’anno. In sostanza, nel rispetto del suddetto tetto, i lavoratori hanno la possibilità di effettuare versamenti contributivi che possono essere portati in deduzione.
Con le novità previste dalla legge di bilancio 2022, in merito ai nuovi scaglioni di reddito e alle aliquote progressive, è stato introdotto uno dei più importanti cambiamenti.
In sostanza, il lavoratore che decide di accedere ad un fondo pensione beneficerà di una deducibilità fiscale fortemente voluta dallo Stato, con lo scopo di tutelare il tenore di vita e il benessere dei cittadini anche quando terminano la loro attività lavorativa.
Dunque, tra i benefici che riguardano i versamenti annuali nel fondo pensione segnaliamo:
- L’abbattimento dell’imponibile fiscale;
- L’applicazione di aliquote su una base di reddito inferiore;
- La riduzione delle imposte dovute in sede di dichiarazione dei redditi dell’anno successivo;
- Beneficiare di un limite di 5164,57 euro;
- L’importo in eccesso e non dedotto gode dell’esenzione fiscale in fase di erogazione.
Vantaggi deducibilità fondo pensione: esempi
Per capire quali sono i vantaggi relativi alla deducibilità fiscale per i versamenti effettuati nel fondo pensione, proviamo a fare degli esempi concreti.
Se il lavoratore ha versato, nel 2022, 1500 euro del fondo pensione con un reddito imponibile di 24.000, si otterrebbe una riduzione del suddetto reddito a 22.500 euro (24.000 – 1.500). In base all’attuale sistema degli scaglioni IRPEF, l’aliquota da applicare è del 25%. Così facendo il lavoratore andrebbe incontro ad un risparmio fiscale di 375 euro.
Prendiamo il caso di un altro lavoratore con reddito imponibile di 37.000€ che, nel 2022, decide di versare nel fondo pensione un importo di €3000. In questo caso, si assiste ad una riduzione del reddito imponibile che passa da 38.000 euro a 34.000 euro.
Applicando un’aliquota IRPEF pari al 35% (terzo scaglione), il lavoratore ottiene un risparmio di 1050 euro.
Bonus pensione integrativa: i contributi versati oltre il limite
In merito ai vantaggi relativi alla previdenza integrativa, occorre ricordare che la legge prevede il limite annuale alla deducibilità fiscale fissato a 5164,57 euro.
Di conseguenza, tutto ciò che viene versato nel fondo pensione e non è dedotto sarà considerato esente fiscalmente, al momento dell’erogazione della pensione integrativa. Questo fenomeno si verifica per il principio secondo il quale ciò che è già stato tassato non può essere soggetto a doppia tassazione.
In ogni caso, la deducibilità del fondo pensione spetta a chiunque sia soggetto a IRPEF ordinaria e contribuisce alla previdenza integrativa. Ciò vuol dire che la deducibilità interessa i lavoratori o i soggetti con redditi diversi da quello da lavoro, ma anche i pensionati che sono ancora iscritti al fondo pensione.
In quest’ultimo caso, infatti, è opportuno specificare che, anche quando il lavoratore accede alla pensione può chiedere la prestazione pensionistica integrativa, anche oltre il pensionamento nel regime obbligatorio di appartenenza. Così facendo, il contribuente può continuare a beneficiare della deducibilità fiscale.