L’INPS ha chiarito le differenze tra reddito e pensione di cittadinanza: due sussidi alla povertà con aspetti ben distinti.
Il reddito di cittadinanza rappresenta un sostegno economico per le famiglie in difficoltà. Il sussidio ha lo scopo di aiutare temporaneamente i cittadini e i nuclei familiari in difficoltà economica con lo scopo di favorirne l’inserimento lavorativo e l’inclusione sociale.
Con l’approvazione della Legge di bilancio 2023 sono state introdotte diverse novità, che interessano il reddito di cittadinanza. Tra queste vi è il tempo di erogazione del sussidio, che è passato da 18 mesi a sette mesi. Ma vi è anche un’altra importante novità che riguarda il principio di decadenza del reddito, che subentra al rifiuto della prima proposta di lavoro.
La pensione di cittadinanza è anch’esso un sussidio economico rivolto alle famiglie in difficoltà, in cui sono presenti soggetti con più di 67 anni. In questo caso, il sussidio non ha lo scopo di favorire la reintroduzione nel mondo del lavoro del soggetto che percepisce la pensione.
Reddito e pensioni di cittadinanza sono due sussidi economici simili, ma non uguali. Infatti, in entrambi i casi si tratta di un sostegno economico rivolto alle famiglie in difficoltà ma:
Dopotutto, la pensione di cittadinanza è erogata in favore dei soggetti che hanno compiuto 67 anni di età. Tuttavia, il beneficio economico è indirizzato anche in favore dei nuclei familiari in cui è presente un soggetto in condizione di disabilità grave o non autosufficiente, tenendo in considerazione i limiti ISEE.
I nuclei familiari che hanno percepito il reddito di cittadinanza ricevono automaticamente la pensione di cittadinanza, al raggiungimento del 67° anno di età. Dunque, in questo caso, la trasformazione da reddito a pensione avviene d’ufficio.
Se c’è un aspetto che accomuna il reddito e la pensione di cittadinanza riguarda la platea dei beneficiari. In base alla normativa che regola il sussidio economico possono ricevere il reddito o la pensione di cittadinanza:
In ogni caso, la disciplina prevede che il richiedente debba avere residenza in Italia da almeno dieci anni, di cui gli ultimi due anni in modo continuativo.
Con l’approvazione della Legge di bilancio 2023 sono state introdotte una serie di novità che riguardano il sussidio di povertà. Dopotutto, l’intenzione del governo Meloni è quello di eliminare gradualmente tale beneficio economico. Per questo motivo, si è deciso di ridurre l’erogazione del sussidio da 18 mesi a sette mesi.
Così facendo il governo riuscirà a ottimizzare la spesa, contribuendo a risparmiare circa 950 milioni di euro nel 2023. Nel frattempo l’intenzione del Governo è quello di introdurre un nuovo strumento di contrasto all’povertà di cui, per il momento, non si hanno ancora informazioni.
Ad ogni modo, per il 2024 è previsto l’addio definitivo al reddito di cittadinanza per tutti.
Anche se, nel 2023, il beneficio sarà erogabile solo per sette mesi, sono previste delle eccezioni. In particolare, continueranno a percepire il reddito di cittadinanza per 18 mesi i nuclei familiari in cui è presenti:
Pertanto, le modifiche introdotte dalla Legge di bilancio non hanno interessato la pensione di cittadinanza.
Tra le novità più importanti relative al reddito di cittadinanza 2023, ci sono quelle che riguardano i soggetti occupabili, ovvero coloro che possono essere inseriti nel mondo del lavoro.
A tale proposito, la manovra finanziaria ha previsto che a partire dal 1 gennaio 2023 rientrano nella categoria dei soggetti occupabili tutti coloro che hanno età compresa tra 18 e 59 anni. Questa categoria di soggetti è sottoposta ad una serie di obblighi:
Ad ogni modo, per il 2023 non è previsto nulla in merito al patto di lavoro e di inclusione sociale che prevedeva l’intervento dei Centri per l’impiego e dei servizi sociali.
Per il reddito di cittadinanza 2023, la manovra finanziaria ha previsto novità che riguardano anche gli importi.
In particolare, la componente del reddito di cittadinanza che era corrisposta per il pagamento del canone annuo d’affitto non sarà più erogata direttamente al beneficiario, ma al locatore. Dunque, l’importo rimane invariato, ma cambia il beneficiario.
Altra importante novità economica riguarda il limite massimo di reddito da lavoro dipendente percepibile dal beneficiario di Rdc, senza che questo perda il diritto al reddito. Per il 2023, infatti, è possibile svolgere un lavoro stagionale o intermittente entro il limite massimo di €3000 lordi all’anno.
Reddito e pensione di cittadinanza: agevolazioni e compatibilità
Il reddito e la pensione di cittadinanza sono compatibili con l’indennità di disoccupazione Naspi, anche nel caso in cui tutti i componenti del nucleo familiare siano percettori della prestazione economica.
Inoltre, le due prestazioni economiche sono compatibili anche con l’indennità destinata agli invalidi civili.
Allo stesso tempo, la normativa che disciplina il reddito di cittadinanza ha previsto delle agevolazioni per le imprese che assumono i percettori. In particolare, le aziende che assumono percettori di Rdc, nei primi 18 mesi di fruizione del beneficio, ottengono un incentivo sotto forma di esonero contributivo non inferiore a 5 mesi, entro il massimale di 780 euro al mese.
Marco Piuri, direttore generale di FNM S.p.a., racconta di aver scelto di lasciare l’incarico in…
Gli integratori alimentari Solisa sono integratori naturali che provengono dalle montagne del Massiccio del Pollino,…
L’Inghilterra è la patria della lingua inglese, la più utilizzata nel mondo del lavoro e…
I Buoni Fruttiferi Postali sono garantiti dallo Stato italiano ma il pericolo di perdere soldi…
I consumatori sono in pericolo, Conad annuncia un richiamo per salmonella. Non bisogna consumare il…
Nei prossimi mesi verranno erogati nuovi incentivi auto, per tutelare le aziende e favorire l'incremento…