I dipendenti del settore pubblico hanno la possibilità di chiedere e ottenere l’anticipo TFS ordinario o agevolato. Quali sono le differenze?
Il trattamento di fine servizio è una prestazione economica che spetta ai lavoratori delle amministrazioni o degli enti pubblici al termine del rapporto di lavoro. Al pari del TFR, il TFS viene erogato al lavoratore in seguito a licenziamento, dimissioni o qualsiasi altra interruzione del rapporto di lavoro.
Anche per il TFS è possibile ottenere un anticipo. Ma in questo caso non ci stiamo riferendo ad un anticipo durante il rapporto di lavoro, come avviene per il TFR, ma ad un anticipo rispetto ai tempi di erogazione dell’INPS.
In sostanza, quando i lavoratori pubblico o statale interrompe il proprio rapporto di lavoro deve attendere tempi piuttosto lunghi per ricevere la cosiddetta liquidazione.
Dunque, l’anticipo TFS permette al lavoratore in questione di ridurre i tempi di erogazione del trattamento. Tuttavia, si tratta di una forma di finanziamento che serve ad anticipare i tempi dell’INPS. Come tutte le forme di finanziamento, anche per l’anticipo TFS è prevista l’applicazione di un tasso d’interesse fisso. Questo può essere agevolato o ordinario.
Quando si parla dell’anticipo del trattamento di fine servizio si fa riferimento ad una forma di finanziamento che permette al lavoratore, dipendente pubblico o statale, di anticipare i tempi di erogazione della liquidità previsti dall’INPS.
In sostanza, quando il lavoratore va in pensione può chiedere l’anticipo TFS accedendo ad un finanziamento a tasso fisso agevolato fino a 45 mila euro e ordinario in altri casi.
Il dipendente pubblico o statale ha la possibilità di chiedere l’anticipo TFS a partire dal momento esatto in cui accede alla pensione. Tuttavia, condizione necessaria per poter accedere all’anticipo del trattamento è possedere il “Prospetto di liquidazione del TFS”. Si tratta di un documento che serve a certificare e quantificare il trattamento di fine servizio.
Anche se il lavoratore non possiede tale certificazione può comunque inviare la richiesta, allegando successivamente la documentazione mancante. In questo modo, si riesce a recuperare un po’ di tempo, in attesa che l’INPS consegni il certificato di quantificazione del TFS.
Con il messaggio 410 del 30 gennaio 2023, l’istituto previdenziale ha pubblicato il nuovo regolamento che permette di accedere all’anticipo TFS. In particolare, il comunicato fa riferimento ai lavoratori iscritti alla Gestione unitaria delle prestazioni creditizie e sociali.
Nel documento, l’INPS illustra le nuove modalità di invio delle domande sottolineando che si tratta di una misura sperimentale, che sarà operativa nel triennio 2023-2026. Ad ogni modo, il regolamento è entrato in vigore l’1 febbraio 2023 e sarà applicato alle domande di anticipo del TFS ordinario inviate a partire dalla suddetta data.
Con il nuovo regolamento gli iscritti alla Gestione hanno la possibilità di anticipare la fruizione dell’importo che corrisponde al TFS maturato e non liquidato oppure di una parte di esso. Così facendo il lavoratore potrà bypassare i tempi dell’INPS.
Per chiedere l’anticipo TFS basta essere pensionati o soggetti cessati dal servizio, iscritti alla Gestione.
Sull’anticipo del trattamento di fine servizio sono previsti costi che fanno riferimento:
Ad ogni modo, il finanziamento previsto per ottenere l’anticipo del TFS prevede una durata, che dipende dalle scadenze del piano di liquidazione. Il regolamento prevede che la durata minima sia di 6 mesi, mentre la durata massima dipende dall’importo netto del TFS.
Generalmente, in caso di pensionamento di vecchiaia, in base a quanto previsto dalla legge Fornero, i tempi del finanziamento sono i seguenti:
La durata massima di un finanziamento è di 60 mesi. Per i lavoratori che accedono alla pensione tramite il sistema delle quote (es. Quota 100 o Quota 102), i termini del pagamento decorrono dal momento in cui maturano i requisiti previsti dal pensionamento di vecchiaia o di anticipo ordinario.
In ogni caso, l’importo massimo del prestito in questione, che viene erogato in un’unica soluzione, dipende dal TFS netto maturato, in base a quanto indicato nel prospetto di liquidazione. Fermo restando che la quota massima del trattamento non può superare il 100% dell’importo netto del TFS complessivo maturato.
In base alle regole attuali, il lavoratore dipendente pubblico statale può beneficiare del tasso agevolato per un anticipo del TFS che non supera 45.000 euro. Mentre, al di sopra di tale importo si procede con il tasso ordinario, fino al 100% della quota.
Per questo motivo, il regolamento dell’anticipo TFS prevede due certificati di quantificazione diversi: uno per il tasso ordinario e uno per il tasso agevolato. Di conseguenza, ogni certificato è valido solo per il finanziamento per il quale è stato richiesto.
Per ottenere l’anticipo TYFS è necessario presentare un’apposita domanda che deve essere trasmessa in via esclusivamente telematica accedendo sul sito dell’INPS. Le domande possono essere inoltrate a partire dal 1 febbraio 2023, per gli iscritti alla Gestione unitaria delle prestazioni creditizie e sociali.
Al momento della domanda, il richiedente deve specificare se si sta presentando richiesta di anticipazione TFS per la cessazione del servizio, se si è in pensione o nuovamente impiegato. In quest’ultimo caso è necessario che il nuovo impiego comporti l’iscrizione, automatica o volontaria, alla Gestione unitaria delle prestazioni creditizie sociali.
Nella domanda il richiedente deve indicare se il finanziamento è chiesto per l’intero ammontare del trattamento disponibile o per un importo minore. In quest’ultimo caso, è necessario specificare l’entità del finanziamento.
L’anticipo del TFS può essere chiesto sia se il trattamento debba essere erogato dall’INPS sia da un altro ente erogatore. Dopo aver inviato la domanda sono previsti dei controlli formali, al termine dei quali il richiedente riceve una comunicazione di disponibilità della bozza di proposta contrattuale. L’iscritto ha 30 giorni di tempo dalla comunicazione per inoltrare la proposta di contratto, accedendo all’area personale. Il termine per la definizione del procedimento è fissato in 180 giorni.
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