Il caro carburante assilla i pensieri degli automobilisti da diverso tempo ormai: e non solo i loro, essendo una morsa che danneggia tutta l’economia.
Ma non tutti i carburanti costano allo stesso modo. Il loro prezzo dipende da molti fattori, come i costi di produzione e di distribuzione, la tassazione, ecc. E almeno in un caso si può risparmiare un bel po’ di denaro. Scopriamo quando è possibile farlo e quando, invece, proprio non si può.
Carburante, quanto mi costi! È il pensiero sconfortante che è venuto un po’ a tutti gli automobilisti davanti al listino dei prezzi del carburante, lievitato a livelli da record nell’ultimo anno.
Ma anche lasciando un attimo da parte i rincari vertiginosi degli ultimi tempi, in generale il prezzo del carburante è un elemento da considerare con attenzione da parte di ogni proprietario di auto, visto che costituisce una porzione significativa nel bilancio delle spese legate all’uso del mezzo.
Anche in Italia, come succede in qualunque altro Paese, il prezzo del carburante dipende da molti altri fattori. Solo per citarne alcuni, ci sono i costi per produrre e distribuire il carburante, il prezzo del petrolio a livello internazionale, le accise sul carburante, il gioco della domanda e dell’offerta, e via di seguito.
Così come è esperienza comune che il prezzo del carburante è volatile: cioè può subire variazioni periodiche, anche nel breve o brevissimo periodo. Un modo per monitorare le variazioni di prezzo del carburante nelle differenti zone geografiche è quello di collegarsi alla piattaforma online dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli oppure rivolgendosi a altre fonti di informazione.
Parlando del prezzo del carburante, c’è anche da tenere conto della differenza tra i due carburanti più noti, ossia la benzina e il diesel.
La principale differenza tra benzina e diesel sta nel modo in cui i due carburanti vengono bruciati all’interno dei motori. Mentre la benzina è accesa dalla scintilla prodotta dalla candela, il diesel viene iniettato nella camera di combustione e compresso, innescando così l’autoaccensione.
Una differenza che comporta diverse conseguenze, sia sul modo di funzionare dei motori che sulle loro prestazioni.
In molti veicoli diesel si usa comunemente il gasolio, un tipo di carburante composto da idrocarburi e prodotto attraverso il petrolio greggio, mediante un processo di raffinazione. Il gasolio viene impiegato anche per il riscaldamento, ma al momento ci interessa quello usato per mettere in moto i veicoli, dunque ci concentreremo su questo.
Il gasolio per i veicoli può essere suddiviso in due sottocategorie:
Come si fa a distinguere la destinazione d’uso dei due carburanti? In questo modo: al gasolio agricolo si aggiunge un colorante che lo colora di verde alla vista. Un’altra differenza rilevante è la tassazione differente che viene applicata nel caso del gasolio agricolo: circa un 30% in meno, uno “sconto” che lo rende molto più conveniente.
È la ragione per cui tanti, che possiedono i requisiti necessari per acquistare il gasolio verde, lo usano – scorrettamente – anche per fare il pieno al proprio mezzo circolante su strada, un fatto che permette loro un bel risparmio. Peccato che questa pratica da “furbetti”, per quanto conveniente sul piano puramente economico. sia vietatissima dalla legge e dunque perseguibile.
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