Invalidità civile handicap e disabilità vengono utilizzati come sinonimi. In realtà, sono concetti diversi tra loro.
Sebbene spesso vengano utilizzati come sinonimi, gli uni degli altri, i termini invalidità civile, handicap e disabilità corrispondono a definizione ben precise e diverse tra loro.
Di fatto, l’invalidità civile è una condizione che colpisce tutti i cittadini affetti da minorazioni congenite o acquisite. Riconoscere l’invalidità civile di una persona permette di tutelare la dignità umana in base ai principi della costituzione italiana. Lo scopo, infatti, è quello di offrire protezione economica e non economica, sotto forma, ad esempio, di agevolazioni fiscali o assistenza sanitaria, ai soggetti meritevoli di tutela.
Mentre la condizione di handicap o disabilità risultano in seguito agli accertamenti eseguiti dalla Commissione mediche delle ASL di competenza.
Invalidità civile handicap e disabilità: Aala scoperta delle differenze
Nelle moderne democrazie si è deciso di rispettare il principio della protezione dei cittadini affetti da minorazioni fisiche. Non a caso la Costituzione italiana, con l’articolo 38, garantisce “a tutti i cittadini inabili al lavoro e sprovvisti di mezzi necessari per vivere” le opportune tutele.
Per questo motivo mette a loro disposizione una serie di protezioni economiche e non economiche che hanno lo scopo di tutelare la dignità dell’uomo. Per accedere a tali prestazioni è necessario che venga riconosciuto lo status di invalido.
Ad ogni modo, l’invalidità civile è una condizione riconosciuta ai soggetti:
- Ciechi;
- Sordi;
- Affetti da talassemia.
Invaldità civile: di cosa si tratta
Qualsiasi soggetto ha la possibilità di effettuare la richiesta per l’accertamento di invalidità civile. Non è previsto alcun limite d’età alla presentazione della domanda d’invalidità civile. Di fatto, chiunque abbia una menomazione, la perdita o un’anomalia di una struttura o di una funzione dal punto di vista anatomico fisiologico o psicologico, può presentare domanda.
In occasione dell’accertamento al soggetto viene indicata la percentuale di invalidità che va da un minimo del 33% fino ad un massimo del 100%.
Per stabilire la percentuale di riduzione della capacità lavorativa, il decreto legislativo del 23 novembre 1988 ha fissato degli specifici parametri. In questo modo, è possibile valutare in maniera oggettiva la riduzione della capacità lavorativa del soggetto richiedente, riuscendo a individuare anche la capacità residua.
Così facendo, per alcune tipologie di invalidi è possibile offrire una tutela lavorativa che consenta loro di lavorare a determinate condizioni, in virtù di tali riduzione.
Di conseguenza, il riconoscimento dell’invalidità civile non rappresenta automaticamente l’impossibilità all’inserimento nel mondo del lavoro. Infatti, capita spesso che le persone a cui è stata riconosciuta l’invalidità civile siano ugualmente occupate. Quest’opzione è possibile anche in caso di riconoscimento di un’invalidità civile totale al 100%.
Lo stesso vale anche in caso di riconoscimento dell’indennità di accompagnamento. La prestazione economica è erogata in favore di soggetti non autosufficienti, ovvero che non sono in grado di deambulare o svolgere gli atti di vita quotidiana, senza l’aiuto di un accompagnatore. Tuttavia, questa condizione non preclude la possibilità di svolgere attività lavorativa.
Invalidità civile handicap e disabilità: cosa significa handicap
Con la parola handicap, invece, si fa riferimento ad una condizione di difficoltà nell’inserimento sociale e lavorativo a causa di una patologia o di una menomazione. In base a quanto stabilito dalla legge numero 104 del 1992, un soggetto affetto da handicap è una persona che si trova in una condizione di svantaggio sociale rispetto ai soggetti normodotati. La valutazione dello stato di handicap dipende dal tipo di menomazione che può essere fisica, psichica o sensoriale.
Dunque, nella valutazione della condizione di handicap viene presa in considerazione l’incidenza della patologia o della menomazione sulla capacità di inserimento sociale del soggetto.
Per questo motivo, sono previsti diversi criteri di valutazione tra invalidità civile e handicap. Ne deriva che i due concetti non sono legati tra loro in maniera proporzionale né consequenziale. Dunque, un soggetto può essere riconosciuta la condizione di handicap grave anche senza il riconoscimento dell’invalidità civile.
Il cittadino a cui è riconosciuta la condizione di handicap non ha diritto a provvidenze economiche. Tuttavia, in virtù della condizione di handicap, il soggetto ha diritto ad una serie di agevolazioni, permessi e congedi lavorativi.
Disabilità: il significato dietro la condizione
Con il termine disabilità, invece, s’intende la condizione di un soggetto per il quale è stata accertata la capacità globale attuale e potenziale per il collocamento lavorativo.
In sostanza, un soggetto viene definito disabile con lo scopo di offrire la tutela prevista dalla legge in merito all’inserimento mirato e alla ricerca di un posto di lavoro adatto alle sue abilità.
Il concetto di disabilità, infatti, permette di imporre alle aziende che occupano più di 15 dipendenti l’assunzione di una determinata percentuale di persone con disabilità. Così facendo, la legge permette ai soggetti disabili di trovare facilmente occupazione abbattendo quelle barriere lavorative, che per decenni, hanno impedito a questa categoria di cittadini di avere una propria indipendenza economica.
Dunque, la disabilità accertata serve ad accedere al sistema del collocamento mirato. Affinché la condizione di disabilità venga accertata è necessario che il soggetto si sottoponga ad una verifica sanitaria, che è diversa da quella prevista per la condizione di handicap o per l’invalidità civile.
Una volta ottenuto l’accertamento della disabilità, in base a quanto stabilito dalla legge 68/1999 è possibile chiedere l’iscrizione alle liste speciali del collocamento mirato.