Una latitanza avvolta dal lusso. Diversi particolari mostrano che Matteo Messina Denaro navigava, economicamente parlando, in acque tutt’altro che agitate.
Al momento della cattura il superboss infatti portava con sé oggetti e vestiti indicativi di un tenore di vita certo non all’insegna del risparmio. A cominciare dall’orologio che aveva al polso, ma anche il capo di abbigliamento che indossava evidenzia il lusso di cui amava circondarsi l’ormai ex latitante.
Malgrado la trentennale latitanza, il boss Matteo Messina Denaro non rinunciava a concedersi dei lussi. Infatti gli sguardi si sono subito appuntati sull’orologio di lusso indossato dal capomafia la mattina della cattura, avvenuta presso la clinica privata dove era solito recarsi per seguire delle terapie.
Un particolare che non è passato inosservato. E che ha trovato ulteriore conferma, dopo l’arresto del superlatitante scattato la mattina del 16 gennaio 2023, con la perquisizione del suo covo. Il giorno successivo all’arresto, martedì 17, è stata trovata la casa dove U Siccu – come viene soprannominato quello che fino a poco più di un mese fa era nella lista dei dieci latitanti più ricercati al mondo – si rifugiava e teneva i suoi beni.
L’abitazione individuata come covo e dimora di Matteo Messina Denaro nell’ultimo periodo – con ogni probabilità in coincidenza con quello della sua malattia – si trova a otto chilometri di distanza dal suo paese natale: Castelvetrano. Per la precisione, la casa dove il super-ricercato viveva è situata all’interno del comune di Campobello di Mazara.
Tutto lascia pensare che nel piccolo comune dove aveva stabilito la sua residenza il boss conducesse una vita piuttosto ordinaria, senza particolari nascondimenti. Di Campobello sono sia il medico curante che il prestanome (il geometra 59enne Andrea Bonafede) di Messina Denaro. Il secondo oltretutto era anche il proprietario della casa dove viveva il latitante.
Dalla perquisizione del covo del capomafia sono emersi alla luce del sole una serie di abiti di marca e di profumi costosi. Anche l’arredamento, come rivelato dagli stessi inquirenti, appariva ricercato e raffinato, certo non comune. Un fatto che spinge a pensare che il superboss si sia concesso una latitanza di lusso, senza rinunciare a comodità e al suo gusto per l’appariscenza.
Un gusto per l’apparire del resto comprovato dall’abbigliamento che Messina Denaro aveva addosso il giorno della cattura, certo non meno firmato e ricercato dei beni lussuosi rinvenuti all’interno della sua dimora. Il superlatitante infatti indossava nientemeno che un giubbotto di montone dal valore di 10 mila euro. Al polso invece aveva un orologio Frank Muller da svariate decine di migliaia di euro: 30 o 35 mila euro.
Insomma, pare che l’uomo ricercato da trent’anni dalle polizie di tutto il mondo non si facesse mancare nulla. Anche il commento del procuratore aggiunto di Palermo Paolo Guido appare indicativo della condizione agiata del ricercato legato a Cosa Nostra: «Era ben vestito, di buon aspetto, indossava dei beni decisamente di lusso, da questo possiamo desumere che le sue condizioni economiche in questo momento erano tutt’altro che difficili».
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