Capita a volte di avere degli oggetti d’oro da vendere per ricavare un po’ di soldi. Ma quanto ci verrà pagato al «Compro oro» o in gioielleria?
Ecco perché può essere utile sapere come viene calcolato il prezzo dell’oro usato o da investimento, quale tassazione si applica e di quali documenti abbiamo bisogno per vendere i preziosi da cui vogliamo ricavare qualcosa.
Quando, magari per far fronte a una spesa imprevista, abbiano necessità di vendere i gioielli di famiglia o dell’oro che tenevano nel cassetto per fare un po’ di cassa, il primo pensiero è quello di andare in uno dei tanti negozi «Compro oro» che si trovano in città.
Ma non è da escludere l’opzione di rivolgersi a un gioielliere, magari di fiducia. Anche il gioielliere infatti può valutare e comprare un oggetto prezioso o in oro (moneta, anello, catena, ecc.). Non è però scontato che lo voglia fare, essendo questa per lui un’attività secondaria rispetto alla vendita di preziosi.
Meglio conoscere il peso dell’oro o la quotazione?
La prima cosa da sapere è che pesare l’oggetto per farsi un’idea della quantità di oro da vendere in gioielleria è poco importante. Potrebbe essere che l’oggetto da cui vogliamo ricavare del denaro non sia composto soltanto di oro. Per cui gli altri materiali e le impurità andranno scartate: una valutazione, quella del metallo prezioso effettivamente presente, possibile solo a un esperto.
Quello che possiamo fare invece è farci un’idea della quotazione più recente dell’oro, così da poter controllare che il professionista ci proporrà una cifra corrispondente o meno all’attuale quotazione del metallo biondo.
Che offerta potrebbe farci il gioielliere
Una volta portato in gioielleria l’oggetto, il gioielliere controllerà la purezza del metallo prezioso (ossia la caratura dell’ora) con uno speciale lentino e usando degli agenti chimici. Sulla base dell’esito dell’esame e della quotazione del giorno, avanzerà la sua proposta. Se sarà interessato ad acquistare il nostro oggetto, potrà farci una di queste due offerte per pagarlo:
- in contanti (per i gioielli fino a 499,99 euro e invece fino a 1999,99 euro per oro da investimento e orologi in acciaio) tramite bonifico o vaglia postale;
- con un buono o un voucher per un acquisto in gioielleria. Oppure con uno sconto corrispondente al valore dell’oggetto che lo stesso cliente stesso gli ha ceduto.
Che oro possiamo vendere in gioielleria?
In linea di principio, sia dal «Compro oro» che in gioielleria possiamo vendere qualunque genere di oggetto d’oro. Anche oro da investimento (il “lingotto”, per capirsi), non soltanto oro usato, catenine o anelli. Lo rende possibile, anche ai normali cittadini, la legge n. 7/2000 (che esenta anche dal pagamento dell’Iva su questo genere di operazioni, diversamente dalla vendita di oro usato, assoggettata a Iva).
Sulla vendita di oro da investimento va però pagata una tassazione del 26% sulla plusvalenza. Vale a dire che se è stato comprato a 1.000 e venduto a 1.500 andrà pagato il 26% sulla differenza, cioè 500, che rappresenta il guadagno della vendita rispetto all’importo pagato all’acquisto (dimostrabile in fattura). Se non si è in possesso della fattura relativa all’acquisto originale, sarà applicata l’imposta sostitutiva. In questo caso lo Stato presume un guadagno equivalente al 25% complessivo del ricavato della vendita, dal quale andrà detratta la tassa del 26%.
Come valuta l’oro il gioielliere?
Quali sono gli elementi in base al quale il nostro oro usato sarà valutato in gioielleria? Sono tre, cioè:
- caratura: indica la purezza dell’oro, ovvero quanto parti di oro puro sono presenti in un oggetto o in un gioiello. Il valore della caratura viene calcolato sulla base di 24/24 millesimi. Per fare un esempio pratico: se sul certificato dell’acquisto troviamo scritto 18 kt, ovvero 18 carati, significa che su 24 parti ce ne sono 18 di oro. Stessa logica vale per i millesimi: un oggetto in oro 750‰ (18kt) indica che se dividiamo l’oggetto in 1.000 parti, 750 sono d’oro e 250 fatte da altri metalli.
- prezzo dell’oro sul mercato: dal 1999 la quotazione dell’oro (fixing) viene stabilita due volte al giorno (11.30 e alle 15 ora italiana) dalla Borsa di Londra ed è valida per tutti i Paesi al mondo.
- peso: il gioielliere deve usare una bilancia elettronica tarata a norma, omologata, col visore rivolto verso il cliente in modo da evitare ogni potenziale dubbio sulla correttezza dell’operazione.
Quali documenti servono per vendere oro in gioielleria?
Per vendere oro in gioielleria bisogna esibire al titolare del negozio un documento di identità in corso di validità (carta d’identità, passaporto, patente) oltre al proprio codice fiscale. Il gioielliere a sua volta dovrà rilasciare il documento di acquisto che certifica l’acquisto e che il cliente dovrà conservare per eventuali controlli.
Nel caso in cui l’oggetto venduto sia di valore superiore a 12.500 euro, l’operazione andrà comunicata all’Unità di informazione finanziaria (Uif). Se dovesse superare i 15.000 euro, il gioielliere è tenuto a chiedere di compilare il documento di adeguata verifica per l’antiriciclaggio.
I titolari di «Compro oro» hanno anche l’obbligo di fotografare gli oggetti acquistati e di tenere le immagini a disposizione delle autorità per 10 giorni. Non così i gioiellieri, che però hanno l’obbligo di registrare ogni operazione e comunicarla all’Agenzia delle entrate. Per il documento di registro serve una marca da bollo da 2 euro (a carico del cliente).