Sono passati quasi trent’anni dalla scomparsa di Angela Celentano, sparita a Napoli quando aveva appena tre anni.
Era il 1996. Negli ultimi giorni la speranza della famiglia di poter riabbracciare la figlia svanita come nel nulla si è riaccesa grazie a una pista sudamericana: una modella straordinariamente somigliante che potrebbe essere Angela. Sarà decisivo il test del Dna: ecco di quanto tempo c’è bisogno per conoscere l’esito dell’esame.
A quasi trent’anni di distanza dalla misteriosa scomparsa di Angela Celentano, le ore di attesa prima di venire a conoscenza dei risultati dell’esame del Dna appaiono interminabili. Ma sono comunque poca cosa in confronto ai lunghissimi anni di angosciosa attesa passati dalla famiglia prima di poter riabbracciare la figlia. Difficile gestire la marea di emozioni che inevitabilmente assale in circostanze come queste. Al punto che il legale della famiglia di Angela Celentano, l’avvocato Luigi Ferrandino, ha reso noto che i suoi assistiti per ora non intendono rilasciare dichiarazioni pubbliche.
Una cautela più che giustificata, data la delicatezza del momento. Soltanto dopo aver appreso i risultati del test del Dna il papà e la mamma di Angela Celentano decideranno se ufficializzare la notizia, buona o cattiva che dovesse essere.
La domanda adesso è: quanto dovranno aspettare ancora per conoscere il risultato dell’analisi del Dna? Non c’è una risposta facile a questa domanda, se non che la tempistica per conoscere gli esiti è legata a diversi fattori in gioco. Per cui dipende: se normalmente l’esito arriva dopo alcuni giorni lavorativi (vedremo quanti), non è detto che non serva anche più tempo per avere gli esiti definitivi.
Per chi non conoscesse la vicenda, ricordiamo che Angela Celentano scomparve 27 anni fa sul Monte Faito, in provincia di Napoli. Quando sparì, come inghiottita dal nulla, era il 10 agosto 1996. Angela, che allora aveva soltanto tre anni, si trovava in gita con la comunità evangelica del paese. Cosa sia successo è ancora avvolto nel mistero: la bimba potrebbe anche essersi allontanata da sola. Sta di fatto che da quel giorno è dispersa e nessuno l’ha più vista in zona. Adesso le speranze di ritrovarla sono legate al filo di una somiglianza: quella tra una modella latino-americana di 31 anni somigliante proprio a Angela Celentano. A rafforzare la pista in questa direzione sarebbe anche la presenza di una voglia sulla schiena della giovane donna.
Ma a dire l’ultima parola sarà l’esame del Dna. Quando arriveranno però i risultati?
Come detto, dopo 27 anni è tornata a brillare la luce della speranza nella vicenda di Angela Celentano, scomparsa a tre anni nel pieno dell’estate del 1996. Un fatto immediatamente balzato agli onori delle cronache dell’epoca. Stando alle indagini sul posto è sembrato che la piccola si fosse allontanata in compagnia di un bambino di pochi anni più grande di lei.
Pare anche che Maria, la mamma di Angela Celentano, abbia esclamato “Questa è lei!” nel vedere una foto della modella venezuelana, che somiglierebbe molto anche a Rosanna e Naomi, le due sorelle di Angela. Un fatto raccontato al Tg regionale campano proprio dal legale che assiste la famiglia Celentano, l’avvocato Luigi Ferrandino.
Oltre alla somiglianza fisica c’è anche un altro dettaglio che porta a pensare che la modella sudamericana possa essere davvero la bimba dispersa da 27 anni: la presenza di una voglia sulla schiena, anche se in posizione leggermente defilata rispetto a quella della piccola Angela.
Ma anche questo spostamento non preclude al fatto che si tratti della figlia della famiglia Celentano. Una dermatologa ha spiegato che durante il processo di crescita è del tutto normale che si verifichi un fenomeno di traslazione, ovvero che una voglia come quella si sposti. A confortare l’ipotesi che possa effettivamente trattarsi di Angela anche il fatto che il padre adottivo della modella venezuelana avrebbe avuto rapporti con la Campania e anche, pare, con la zona vicino a Vico Equense, dove vive tuttora la famiglia Celentano.
Speranze, ipotesi e piste che dovranno però passare la “prova del fuoco”: ovvero l’esito positivo dell’esame del Dna.
Prima di tutto: cos’è un test del Dna (o di paternità)? Niente altro che un esame genetico che, in base ai risultati, conferma o esclude l’esistenza di un rapporto di parentela tra due o più soggetti. Per poterlo eseguire basta prelevare dei campioni di saliva delle persone interessate, che successivamente vengono analizzati e confrontati.
Gli esperti vanno alla ricerca degli alleli, ossia le forme dello stesso gene che vengono trasmesse dai genitori (uno dal padre e uno dalla madre) ai figli. È la presenza degli alleli a determinare il profilo genetico della persona. Mettendoli a confronto possiamo dunque individuare l’identità del padre o della madre del soggetto.
I test del Dna sono di diverso tipo. Di conseguenza anche la tempistica è variabile, in base al tipo di test effettuato. In linea generale si va da un massimo di 15 giorni per avere gli esiti nei casi più complessi. In media però non ci vogliono più di 3 o 7 giorni lavorativi per ottenere i risultati dell’esame. In casi di particolare urgenza i tempi possono essere ristretti anche a 48 ore.
C’è anche da dire che si tratta di un test che non è infallibile al 100%. Una possibilità di errore, anche se minima, c’è comunque. Si tratta, ribadiamo, di una eventualità molto rara. Un test del Dna ha una probabilità di efficacia superiore al 99%. Infatti la possibilità che due profili genetici di due individui diversi coincidano per puro caso si aggira, a seconda del test, da 1 su 100 miliardi a 1 su 10 mila miliardi.
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