Lo scippo come impresa mescolato a un pizzico di romanticismo. Un piano ambizioso. Ma è andata male alla banda di scippatori professionisti.
Un “team” ben organizzato di rapinatori di orologi di lusso è finito in manette dopo un blitz della polizia. Dopo la rapina avevano in progetto un romantico incontro alla Arsenio Lupin per festeggiare il bottino. Peccato che si siano rivelati decisamente meno abili di lui nel seminare gli investigatori che da tempo li tallonavano.
Milano da tempo è diventata una specie di capitale dei furti con destrezza, in particolare per quel che riguarda gli scippi di orologi di lusso. Una merce preziosa contesa addirittura da vere e proprie “scuole” di scippatori, ognuna con tecniche, metodi, circostanze e prede differenti.
Ultima arrivata sul “mercato” degli scippi è la rampante scuola franco-algerina, organizzata in bande di tre o quattro giovani che colpiscono a piedi mettendo a segno colpi per alcune settimane in una determinata zona, prima di spostarsi altrove. Le loro vittime sono solitamente turisti un po’ distratti, alleggeriti dell’orologio dopo un breve pedinamento in strada, con un complice a fare da palo pronto a fuggire in motorino.
Ma tra gli scippatori professionisti di orologi ci sono anche le più tradizionali “scuole” gambiane, marocchine e, soprattutto, quella napoletana. Per anni infatti i furti e le rapine di orologi di marca sono stati una ‘specialità’ della scuola criminale napoletana. Che adotta un metodo ben noto: ladri in trasferta per pochi giorni a Milano, dove colpiscono in maniera mirata per poi fare rientro a casa, nel capoluogo campano.
Un trio della vecchia scuola partenopea dello scippo
Proprio alla “vecchia scuola” napoletana appartengono i tre ladri di orologi arrestati in questi giorni a Milano. Il trio aveva pianificato tutto: la trasferta e lo scippo, ma anche come festeggiare il successo delle proprie “fatiche”. Per questo avevano pensato a una soluzione indubbiamente romantica, come vedremo, andata però a gambe all’aria.
A rompere le uova nel paniere ai tre trasfertisti hanno provveduto infatti gli agenti della Squadra mobile che li hanno bloccati pochi minuti dopo un tentativo di rapina in viale Elvezia, angolo via Canonica. Sono scattate le manette ai polsi per il terzetto napoletano composto dal 27enne Antonio Forte (pregiudicato anche per tentato omicidio), Antonio Pipolo (24 anni) e Vittorio Sorriente (20 anni), già coinvolto quest’ultimo nel raid in zona San Babila ai danni de primario dello Ieo (Istituto europeo di oncologia), Lorenzo Spaggiari, derubato del suo Rolex da due complici.
Ecco come la banda seguiva le sue vittime
Le indagini degli agenti sono partite a gennaio. I poliziotti hanno notato subito un modus operandi diverso dal consueto: gli scippatori non adottavano il classico trucco dello specchietto, ma pedinavano la loro vittima fin sotto casa e la aggredivano sulla rampa dei box. Quasi sempre armati con una finta pistola. Col passare dei giorni gli investigatori sono riusciti a rintracciare i tre motorini utilizzati dalla banda dello scippo, parcheggiati a Rho, oltre al presunto covo del terzetto, a Paderno Dugnano.
Le indagini si sono rapidamente velocizzate venerdì sera, dopo che nel mirino degli scippatori era finito un dentista 38enne, aggredito in via Farini mentre rientrava a casa in auto. Il professionista ha resistito al tentativo di rapina del suo Rolex Daytona d’oro. È riuscito così a sventare il piano dei malintenzionati che se la sono svignata coprendosi la fuga con colpi a salve sparati in aria.
Il secondo tentativo di rapina
Il pomeriggio di mercoledì però ci hanno provato di nuovo, prendendo di mira stavolta un uomo alla guida della sua Audi R8 in zona Arena Civica. Stavolta sono tornati all’antico metodo della botta al retrovisore, ma anche in questo caso hanno dovuto fare i conti con l’energica resistenza della loro vittima. Durante la colluttazione i malviventi hanno rotto il cinturino del Rolex, che però è caduto nel cassetto dello sportello.
I tre se la sono data a gambe anche in questa occasione. Ma stavolta la polizia era sulle loro tracce e sapeva dove andarli a cercare. Così a Paderno è scattato il blitz che li ha portati in manette.
La cena romantica andata in fumo
All’interno dell’appartamento che fungeva da covo per i trasfertisti i poliziotti hanno trovato anche due donne, che aspettavano i rispettivi compagni per andare a festeggiare San Valentino al ristorante. Il piano romantico era questo dunque: derubare qualche malcapitato e andare a cena – magari a lume di candela – con le rispettive fidanzate: naturalmente il giorno di San Valentino, quale occasione migliore per unire l’utile (della rapina) al dilettevole (con le fidanzate)?
Niente cena romantica dunque. Nel frattempo proseguono le indagini: si sospetta infatti che la banda sia coinvolta anche in altri raid, a partire da quello ai danni dell’imprenditore Alessandro Del Bono, marito di Afef Jnifen. Il top manager è stato rapinato a gennaio del suo Patek Philippe da 40 mila euro dopo l’assalto alla sua Ferrari. I ladri hanno sfondato il vetro dell’auto mentre l’ad di Mediolanum Farmaceutici stava rientrando a casa percorrendo la rampa che porta al box.