Presto gli amanti del classico camino alimentato a legna potrebbero trovarsi con una brutta gatta da pelare. Un problema che in alcune regioni è già diventato realtà.
Una normativa in particolare sta preoccupando chi preferisce ancora – magari perché messo alle strette dal caro energia – il tradizionale metodo della lega da ardere nel camino o nella stufa. Ecco di cosa si tratta e perché la direzione tracciata dal legislatore sembra prospettare un tramonto al tradizionale fuoco nel caminetto.
Come dicevamo, c’è una normativa che non fa dormire sogni tranquilli agli amanti del camino a legna. In Italia la legna per riscaldare le abitazioni è utilizzata soprattutto al nord, dove ancora sono moltissimi i camini che permettono di scaldare le case col fuoco. Una soluzione alternativa che permette di tenere spenti i termosifoni e con l’unica spesa che consiste nell’acquisto del combustibile, ovvero la legga stessa.
Una opzione, quella della legna, che ha preso quota in questo inverno diverso da tanti altri, dove le spese per l’energia sono schizzate alla stelle finendo per rivelarsi improponibili per le tasche di molti italiani. Che così sono corsi ai ripari cercando, almeno per il riscaldamento, delle alternative meno dispendiose.
Stufe a legna addio?
Adesso però si pone il problema con la nuova normativa che presto potrebbe spedire nel dimenticatoio camino e stufe, impedendo di usare la legna. Addio a stufe a legna e ai classici camini dunque?
Quello che forse molti non sanno è che già adesso in diverse regioni italiane è vietato usare impianti di riscaldamento alimentati a biomassa legnosa, cioè appunto stufe e camini. Questo a meno di non avere a disposizione impianti di ultima generazione (con classificazione energetica pari a 3 o 4 stelle). Va detto che non si tratta affatto di un capriccio del legislatore, proprio per nulla. Si tratta di regolamentazioni introdotte per tutelare la qualità dell’aria e contrastare l’inquinamento atmosferico.
Vietato riscaldare con la legna: ecco dove non si può fare
Basta a camini e stufe a legna quindi. È quanto già succede in regioni come la Lombardia, dove da inizio 2020 non si possono più usare camini e stufe: obbligatorio usare generatori di calore almeno da 4 stelle. Unica parziale eccezione in provincia di Brescia, che ha ottenuto una deroga fino a ottobre 2024.
Stessa musica (addio a camini e stufe a legna) in Veneto, Piemonte, Toscana e Emilia-Romagna, anche se con normative e regolamentazioni leggermente diverse.
Multe salate per i trasgressori
C’è poi il discorso delle multe, piuttosto salate. Anche in questo caso la regione più severa si rivela la Lombardia, dove le multe partono da un minimo di 500 euro e arrivano a un massimo di 5.000 euro.
Se questa è la tendenza diventerà dunque inevitabile – a meno di non voler rischiare sanzioni salatissime – puntare su alternative che ci evitino guai con la legge. A partire dall’isolamento termico (il classico “cappotto”) che permette di rivestire le mura dell’abitazione.
Insomma, presto o tardi il rischio di multe o di bollette esose porterà verso la ricerca di alternative (come le stufe elettriche). Infatti i segnali appaiono chiari e presto anche in altre parti d’Italia la possibilità di riscaldarsi con la legna potrebbe essere tolta. Questo per il futuro. Per il presente, al momento la cosa più prudente da fare resta comunque quella di consultare le norme e vedere se, come spesso capita, non ci siano eccezioni e, se sì, quali.