Brutte notizie per molti pensionati che in determinati casi devono restituire i soldi del trattamento pensionistico all’Inps. Ecco di quali si tratta.
Attenzione, non abbassate mai la guardia. In determinati casi, infatti, i pensionati devono provvedere a restituire i soldi all’Istituto Nazionale della Previdenza Sociale. Ma in quali circostanze e per quale motivo? Entriamo quindi nei dettagli e vediamo tutto quello che c’è da sapere in merito.
I dati parlano chiaro: le pensioni del Nord e quelle del Sud Italia non sono la stessa cosa. Ma non solo, si evidenza una disparità di trattamento anche tra uomini e donne. Una disparità, quella dell’importo dei trattamenti pensionistici, che vede molti anziani fare i conti con assegni talmente esigui da non riuscire ad arrivare alla fine del mese.
A peggiorare la situazione, poi, si annovera l’aumento generale dei prezzi che riduce ulteriormente il potere di acquisto. Se tutto questo non bastasse, molti pensionati devono provvedere a restituire i soldi all’Istituto Nazionale della Previdenza Sociale. Ma in quali casi e per quale motivo? Entriamo quindi nei dettagli e vediamo tutto quello che c’è da sapere in merito.
Come già detto, giungono pessime notizie per molti pensionati che in determinati casi devono restituire i soldi all’Istituto Nazionale della Previdenza Sociale. Ma di quali si tratta? Ebbene, bisogna sapere che l’istituto di previdenza può inviare delle lettere di ricalcolo ai pensionati con la richiesta di restituzione di eventuali somme indebitamente percepite.
Una situazione che si verifica molto più spesso di quello che si pensa e per cui è bene prestare la massima attenzione. Tante volte, infatti, può capitare che l’Istituto Nazionale della Previdenza Sociale eroghi delle pensioni con importi maggiori rispetto a quelle spettanti, con il soggetto beneficiario che a sua volta non è a conoscenza del fatto di percepire più del dovuto.
Per questo motivo, quando giunge una lettera sul ricalcolo delle pensioni, si consiglia di accertarsi che la richiesta da parte dell’ente sia legittima. Se a commettere l’errore di calcolo è stato l’Inps, infatti, l’ente non può richiedere nulla indietro. Se, invece, è stato il pensionato a commettere dolo, ad esempio con una falsa dichiarazione, allora deve effettuare obbligatoriamente la relativa restituzione.
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