Sapevi che sul posto di lavoro esistono delle vere e proprie “parole vietate” che sarebbe meglio non pronunciare? Ecco il vero motivo.
Sapevi che, soprattutto davanti ad un cliente quando si sta al lavoro ma anche tra colleghi, esistono delle parole che, in un certo qual modo, dovrebbero essere “vietate” e che non si dovrebbero mai pronunciare? No, non c’è nessun pericolo di legge né tanto meno riceverai una multa se le utilizzerai, tuttavia il motivo per il quale nessuno, nemmeno il tuo capo o i tuoi superiori, dovrebbero usarle è davvero molto semplice e lo diremo tra poco.
Esistono, infatti, dei modi di dire e delle espressioni “sostitutive“, per così dire, che soprattutto davanti ad un cliente hanno tutto un altro significato, più o meno sottinteso, che potrebbero fare in modo che, come del resto è anche normale che sia, la fiducia si alzi a livelli altissimi.
Ecco, quindi, quali sono queste parole, anche se sarebbe meglio chiamarle espressioni, e soprattutto con quali si dovrebbero sostituire.
Parole vietate al lavoro: quali sono e perchè
La prima espressione che andrebbe vietata è “non preoccuparti”: specialmente se si è davanti ad un cliente, infatti, il rischio è che si crei proprio un’immagine mentale simile, legata quindi ad uno stato di ansia o, appunto, di preoccupazione. Meglio, invece, sostituirla con “Ci penso io”, così che lui tolga il focus da quel problema e passi, invece, alla soluzione.
La seconda parola è più legata all’idea di team: sarebbe bello sostituire, infatti, il “Proviamo” con un “Facciamo“, così da passare da un’idea di possibilità ad un’idea che esprima una vera e propria azione concreta, in un certo qual modo.
La terza frase che sarebbe meglio evitare sarebbe invece questa: “Vediamo come va”, che richiama un’idea di “caso”, come se tutto ciò che accade non dipendesse da noi. Il messaggio che si manda è quello legato alla mancata assunzione di responsabilità, uno “scaricabarile”: meglio dire, invece, “Ci impegniamo affinchè succeda questo.”
Infine, ma non per importanza, il classico: “Va bene, ma…” che, nel sottotesto, anche se magari involontariamente, richiama l’idea di “scontro” o comunque il fatto di smontare, più o meno punto per punto, l’idea o il concetto che dall’altra parte la persona ha espresso. Meglio, invece, concordare, magari dicendo: “Sono d’accordo e…”.
Insomma questo piccoli “trucchetti” possono sicuramente aumentare notevolmente l’efficacia della tua comunicazione.